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IL PUNTO DELLE 14. Osce: chiare violazioni dei diritti umani

IL PUNTO DELLE 14. Osce: chiare violazioni dei diritti umani

Sindaco Mariupol: 'Finché resistiamo, resisterà l'Ucraina'

ROMA, 13 aprile 2022, 14:15

Redazione ANSA

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Ucraina: edifici in fiamme sul lato orientale di Mariupol in un 'immagine satellitare © ANSA/EPA

Ucraina: edifici in fiamme sul lato orientale di Mariupol in un 'immagine satellitare © ANSA/EPA
Ucraina: edifici in fiamme sul lato orientale di Mariupol in un 'immagine satellitare © ANSA/EPA

Il tema dei diritti umani e dei crimini di guerra torna con prepotenza nella cronaca del conflitto in Ucraina, fra accuse e smentite di violenze e violazioni da parte di entrambi gli schieramenti. Infuriano intanto sul campo i combattimenti, concentrati soprattutto sulla città assediata di Mariupol dove gli scontri hanno preso di mira l'impianto siderurgico di Azovstal, mentre centinaia di migliaia di civili attendono di fuggire, ma restano intrappolati per la mancanza di corridoi umanitari.

Un rapporto dell'Osce denuncia "prove credibili" e "chiari schemi di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe nella loro condotta delle ostilità" in Ucraina. L'indagine riguarda gli eventi dal 24 febbraio all'1 aprile, non coprendo quindi le atrocità commesse nelle vicinanze di Kiev e a Bucha. "L'Ucraina è una scena del crimine": è la dichiarazione del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), che oggi ha visitato la città di Bucha, teatro di centinaia di uccisioni di civili che l'Ucraina ha attribuito alle forze russe che l'hanno occupata per diverse settimane. "Siamo qui perché abbiamo motivi ragionevoli per credere che vengano commessi crimini all'interno della giurisdizione del tribunale. Dobbiamo dissolvere la nebbia della guerra per arrivare alla verità", ha aggiunto Karim Khan ai giornalisti.

Secondo il primo viceministro degli Interni ucraino Evgeny Yenin, intervistato da Repubblica, da febbraio ad oggi sono stati commessi "più di 5600" crimini di guerra" che però, secondo gli 007, Mosca avrebbe ordinato di nascondere distruggendo le prove. E un portavoce dell'amministrazione militare regionale fa sapere che "le forze russe hanno attaccato il villaggio di Novodanylivka, nella regione di Zaporizhzhia, con bombe al fosforo", mentre "più di 100 civili" fra i quali anziani e bambini, sarebbero stati uccisi nella regione di Sumy.

Da parte russa si fa sapere invece che "il Comitato Investigativo" del Paese ha avviato indagini "sull'abuso e la tortura dei militari russi in Ucraina". Mosca denuncia inoltre la presenza in Ucraina dei "caschi bianchi", uno "strumento occidentale per inscenare 'false flags' - operazioni in cui fingono di essere dello schieramento opposto - con armi chimiche e per sfruttare l'agenda dei diritti umani nell'interesse e a vantaggio del loro cliente". E chiede a Washington di "smettere di fare disinformazione sulle armi chimiche", sostenendo di avere distrutto i propri arsenali nel 2017.

Di fatto, comunque, il conflitto ha aperto una gravissima crisi umanitaria, che vede come vittime soprattutto i bambini. L'Unicef riferisce che "dopo sei settimane, quasi 3 milioni di bambini in Ucraina hanno bisogno di assistenza. Più di 4,5 milioni di persone, oltre il 90% delle quali sono donne e bambini". E' salito inoltre a 1.892, secondo l'Onu, il numero i civili uccisi, e 2.558 feriti, dall'inizio dell'invasione russa. Fra i bambini, secondo i dati diffusi dall'ufficio del Procuratore generale ucraino, le vittime sono 191.

Il presidente statunitense Biden ha lanciato quindi un nuovo violento attacco verbale contro il leader di Mosca Vladimir Putin, accusato apertamente di "genocidio". Frasi che hanno suscitato in risposta il plauso di Zelensky, ma anche la presa di distanza del francese Macron che ha suggerito di evitare "escalation di parole". Pechino da parte sua ha ribadito l'invito a "mantenere la calma e la moderazione, cessare il fuoco e fermare la guerra il prima possibile" chiedendo che "qualsiasi sforzo della comunità internazionale dovrebbe raffreddare la tensione, non alimentarla, e dovrebbe spingere per una soluzione diplomatica, non aggravare ulteriormente gli scenari".

Sul campo delle operazioni, l'avanzata russa si concentra nell'Est, con bombardamenti di artiglieria su Kharkiv (sette i morti, secondo Kiev, compreso un bambino di 2 anni) ed aerei su Mariupol, dove l'esercito di Mosca sta cercando di prendere l'impianto siderurgico Azovstal, con feroci attacchi e perfino combattimenti corpo a corpo nei corridoi dell'enorme complesso industriale. Il portavoce del ministero della Difesa russo ha riferito che 1.026 militari ucraini si sarebbero arresi, ma la circostanza è smentita da Kiev. La Turchia nel frattempo ha messo a disposizione proprie navi "per l'evacuazione di persone da Mariupol".

Il sindaco della città martire, Vadym Boichenko, ha detto: "I russi hanno distrutto gli ospedali e tutta la città. Questo è un genocidio lanciato da un criminale di guerra, Putin, contro la nostra nazione. Finché resisteremo, resisterà anche l'Ucraina" E comunque: "Mariupol resterà per sempre ucraina", ha aggiunto. . Prosegue anche senza sosta il lavoro diplomatico, con il ministro degli esteri Di Maio che lancia la proposta di promuovere "una conferenza di pace" preceduta da "un cessate il fuoco", ricordando come fra Roma e Mosca resti sempre "un canale aperto", pur proseguendo sulla strada delle sanzioni che servono "per evitare che Putin continui a impegnare i soldi nella guerra". Sul tema della guerra e della pace, in vista della Pasqua, è intervenuto nuovamente anche papa Francesco che ha definito il conflitto in Ucraina "un oltraggio a Dio" ed ha spiegato che "la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre". E a Kiev i presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, Andrzej Duda, Gitanas Nausėda, Egils Levits e Alar Karis, hanno incontrato Zelensky. La Svezia punta intanto all'adesione alla Nato entro il mese di giugno, mentre la Finlandia deciderà "entro poche settimane" se candidarsi all'ingresso nell'Alleanza Atlantica. "La Russia è il nostro vicino. Abbiamo un lungo confine con loro e vediamo come si comportano in Ucraina adesso. Dobbiamo porci la domanda su come possiamo fare in Finlandia per evitarlo", ha spiegato il primo ministro finlandese Sanna Marin. 
   

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