Nuovo discorso patriottico del presidente ucraino Volodyìmyr Zelensky. "Abbiamo già resistito 50 giorni. 50 giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque", ha detto in un video registrato durante la notte scorsa, nel quale ha lodato l'impegno dei suoi connazionali contro l'invasione russa: "Siete diventati tutti eroi. Tutti gli uomini e le donne ucraini che hanno resistito e non si arrendono. E che vinceranno. Questo restituirà la pace all'Ucraina, ne sono sicuro". "Durante i 50 giorni di questa guerra, l'Ucraina è diventata un eroe per tutto il mondo libero", ha aggiunto.
Sul terreno, però, la situazione sembra particolarmente difficile a Mariupol, la città martire del Sud del Paese isolata dall'inizio dell'invasione. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, maggiore Serhiy Volyna, ha chiesto al governo di Kiev di "sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente", perché da questa mattina "sono in corso feroci combattimenti, i russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica". "Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando", ha aggiunto.
Mosca, da parte sua, ha annunciato che aumenterà il numero e la portata degli attacchi missilistici su obiettivi a Kiev in risposta agli "atti di sabotaggio" sul suo territorio da parte delle forze ucraine. L'aumento dei combattimenti nell'Est, inoltre, può compromettere i nove corridoi umanitari che sono stati concordati per oggi dal Lugansk, compresa la stessa Mariupol. Il governo ucraino spiega che "funzioneranno con la riserva dello stop dei bombardamenti delle forze russe".
Intanto, il ministero della Difesa russo ha informato che l'incrociatore missilistico russo Moskva -nave ammiraglia della flotta militare russa nel Mar Nero - "ha perso stabilità a causa di un danno allo scafo ed è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta". Kiev rivendica aver colpito la nave con i suoi missili, ma Mosca lo nega, sostenendo invece che l'incrociatore ha sofferto un incendio causato dall'esplosione di un deposito di munizioni. La Difesa americana, da parte sua, pur ammettendo di non poter verificare in "modo indipendente" se l'incrociatore è stato colpito da missili ucraini, ha detto che la sua perdita costituisce comunque un duro colpo per la flotta militare russa.
"Dobbiamo fermare l'escalation, fermare la guerra in Ucraina. Bisogna far ripartire il processo di dialogo tra Ucraina e Russia", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo il quale "Zelensky ha fatto delle aperture importanti, ora è Putin che deve parlare", anche se "non sta dando segnali di pace quando dice che devono completare le operazioni". Di Maio ha spiegato che si sta lavorando ad un possibile cessate il fuoco per la Pasqua ortodossa, che cade una settimana dopo quella cattolica, perché "è l'unica strada per evacuare civili dall'Est dell'Ucraina". E malgrado il Parlamento di Kiev abbia definito come "un genocidio" le azioni dell'esercito russo in Ucraina -riprendendo la definizione già usata dal presidente americano Joe Biden- Di Maio ha precisato che "l'Italia non ha gli elementi per verificare se in Ucraina stia avvenendo un genocidio, ma le atrocità sono sotto i nostri occhi, come i bambini uccisi e i civili uccisi". Il ministro degli Esteri si è anche riferito ad un'altra dimensione cruciale del conflitto: le sanzioni che restringono le importazioni di energia dalla Russia. "In questo momento l'Unione Europea non può sottostare al ricatto dei rubli", ha detto.
"Grazie anche all'Eni - ha aggiunto - stiamo diversificando le nostre fonti, perché è da più fonti che arriverà il gas nelle condizioni delle logiche di mercato. Ci sono accordi tra Paesi e accordi che si fanno tra aziende". Su una possibile intesa con l'Egitto, però, pesa il caso Regeni. Zelensky ieri ha criticato duramente i paesi europei che continuano ad acquistare petrolio russo, come Germania e Ungheria, e intanto oggi l'Armenia ha annunciato che ha iniziato a fare pagamenti per il gas russo in rubli. Da parte sua Putin, preoccupato dalla possibilità di una crollo delle vendite di energia verso l'Occidente, ha ordinato la costruzione di nuovi gasdotti dalla Siberia, per aumentare l'esportazione di gas e petrolio verso Est e Sud.
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