Il bombardamento del grande impianto siderurgico Azovstal di Mariupol con le temute bombe anti-bunker, conferma lo scenario tracciato solo sabato scorso dal consigliere del sindaco della città, Petro Andriushchenko, secondo il quale le forze russe erano pronte a dare l'assalto così all'acciaieria sulle rive del Mar d'Azov.
Andriushchenko aveva infatti avvertito sul suo canale Telegram dell'arrivo dei bombardieri russi Tupolev TU, utilizzati per trasportare le micidiali bombe ad alto potenziale esplosivo come le FAB-3000. Questi ordigni, aveva previsto, sarebbero serviti come una sorta di testa d'ariete per un assalto in grande stile all'acciaieria divenuta roccaforte del reggimento nazionalista Azov.
Risalenti all'era sovietica, le FAB-3000 sono entrate in servizio nel 1946 e furono progettate proprio per colpire strutture industriali, dighe e strutture sotterranee: un'arma adatta, quindi, per raggiungere i tunnel sotterranei del grande impianto dove sono asserragliati - secondo le stime di Mosca - fino a 2.500 soldati ucraini e circa 400 mercenari stranieri. Oltre ad almeno 1.000 civili tra donne, anziani e bambini, come afferma il Consiglio comunale di Mariupol.
Questo tipo di bombe è stato utilizzato dai sovietici durante la guerra in Afghanistan negli anni Ottanta. La potenza delle FAB-3000 è devastante: gli ordigni contengono infatti 2.983 kg di esplosivo (TNT), hanno una massa esplosiva di 1.400 kg, sono in grado di penetrare un'armatura fino a 288 mm di spessore ed hanno un raggio di distruzione di 46 metri, oltre a un raggio di dispersione dei frammenti di 260 metri.
Secondo alcuni esperti l'esercito russo ha prelevato le FAB-3000 appositamente dalle sue riserve per indurre alla resa il reggimento Azov. Ma Mosca dovrebbe avere bombe anche più potenti nel suo arsenale, come le FAB-5000 e le FAB-9000, superate per la loro capacità distruttiva solo dalle cariche nucleari tattiche.
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