Russia e l'Occidente proseguono un dialogo tra sordi sulla guerra in Ucraina: il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha chiesto oggi al presidente russo Vladimir Putin - che ha sentito al telefono - di autorizzare "l'apertura immediata di corridoi umanitari da Mariupol e dalle città assediate, in particolare in occasione della Pasqua ortodossa". La Difesa russa si dice "sempre disponibile" ad "una tregua umanitaria" all'acciaieria Azovstal, precisando però che "la tregua inizierà quando le forze ucraine alzeranno le bandiere bianche". Ma il capitano Svyatoslav Palamar del Battaglione Azov assicura che arrendersi "è fuori questione" e che comunque non si fida dei russi per "una resa in cambio di un'uscita in sicurezza dei civili". Putin ha detto a Michel che è "il regime di Kiev" che non permette ai civili "di cogliere questa possibilità".
Palamar sostiene che sullo stabilimento sono cadute "bombe anti-bunker che provocano un'enorme distruzione e hanno lasciato morti e feriti, mentre alcuni civili sono intrappolati sotto gli edifici crollati". Il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha detto che sarebbe necessario "un giorno intero di cessate il fuoco" per evacuare i civili rifugiati nell'acciaieria Azovstal, spiegando che "l'altro ieri abbiamo pianificato una via di evacuazione, ma le forze russe hanno continuato a bombardare l'impianto e non siamo riusciti a far uscire le persone.
Michel ha detto a Putin che e l'Unione europea è "unita" nel suo "incrollabile" sostegno alla sovranità e all'integrità dell'Ucraina, spiegandogli in dettaglio "i costi delle sanzioni europee per Mosca", chiedendo al presidente russo di avviare "in maniera urgente" un contatto diretto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, così come chiesto dallo stesso Zelensky". Ma Putin - secondo la Itar-Tass - ha risposto con toni duri, denunciando "le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina".
Il leader russo ha inoltre accusato "le leadership della maggior parte degli Stati Ue di incoraggiare una sfacciata russofobia, che si manifesta in particolare nei campi culturale, umanitario e sportivo". E mentre il suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, sostiene che la trattativa con Kiev "è in stallo", il comando del distretto militare centrale russo ha dichiarato che "dall'inizio della seconda fase" dell'invasione l'obiettivo delle forze di Mosca è quello di "prendere il pieno controllo del Donbass e dell'Ucraina meridionale" per ottenere "l'apertura di un corridoio terrestre verso la Crimea", la penisola sul Mar Nero che Mosca si è di fatto annessa nel 2014.
Lo stesso premier britannico, Boris Johnson, ha detto che la Russia "può benissimo vincere la guerra" in Ucraina, ma non sa quanto potrà durare.
Continuano ad accumularsi intanto le accuse di crimini di guerra rivolte contro Mosca, soprattutto in base alle prove scoperte dopo il ritiro delle forze russe dalla regione di Kiev.
Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani, ha detto a Ginevra che in una missione di ricognizione a Bucha il 9 aprile il suo organismo ha documentato l'esecuzione sommaria di almeno 50 civili, registrando numerose azioni dei russi "che possono equivalere a crimini di guerra". E molti temono che Mosca si stia attivando per evitare che si scoprano atrocità commesse dalle sue truppe anche a Mariupol.
Secondo immagini satellitari raccolte dalla società americana Maxar Technologies, che aveva scoperto una fossa comune nel villaggio di Manhush, vicino a Mariupol, la stessa fossa comune sarebbe stata "ampliata nelle ultime settimane per contenere oltre 200 nuovi corpi". Il governatore dell'oblast di Donestsk, Pavlo Kyrylenko, ha denunciato da parte sua che l'esercito russo ha colpito con vari missili l'ospedale regionale traumatologico della città di Lyman. L'attacco, ha detto, ha provocato incendi e distruzione sia nell'ospedale sia negli edifici residenziali vicini, precisando che non è ancora stato indicato se ci sono vittime.
Sul piano della politica internazionale, l'Ue e gli Stati Uniti hanno diffuso una dichiarazione comune nella quale segnalano che "continuano a richiamare la Cina sulla necessità di non aggirare e indebolire le sanzioni contro la Russia e di non fornire alcun supporto all'aggressione russa contro l'Ucraina" oltre a ribadire che "qualsiasi sostegno della Cina potrebbe avere conseguenze sulle relazioni rispettivamente con Ue e Usa". La risposta di Pechino non si è fatta attendere: il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha detto che le accuse secondo cui la Cina "sostiene" la Russia nella sua invasione dell'Ucraina "sono un cliché e un vecchio trucco per gettare fango", invitando Washington a "guardarsi nello specchio prima di puntare il dito verso gli altri".
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