Il soldato ucraino diventato simbolo della resistenza per aver mandato a quel paese la nave da guerra russa Moskva che aveva attaccato l'isola dei Serpenti il primo giorno dell'invasione dell'Ucraina non era il marine Roman Gribov. Chi ha realmente pronunciato quella frase è stato liberato dalla prigionia russa solo oggi: si tratta di una guardia di frontiera, la cui identità è ancora segreta per motivi di sicurezza. Lo riporta l'agenzia ucraina Unian, citando il consigliere del ministro della Difesa Oleksiy Kopytko.
Attribuire la paternità di quella frase così simbolica ad un soldato della marina libero dal 24 marzo come Gribov è stata una mossa studiata per permettere la scarcerazione di chi aveva davvero fatto quel gesto. "In altre circostanze, non sarebbe mai stato rilasciato", ha dichiarato Kopytko.
Prima dell'intervento del consigliere del ministro, anche il capo della guardia frontaliera dell'Isola dei Serpenti Bogdan Gotsky ha raccontato come siano andate le cose quel giorno. "Io c'ero quando è stata detta quella frase", sottolinea Gotsky, spiegando che i russi hanno proposto un accordo alle guardie di frontiera dell'isola. Arrendersi in cambio di libertà e un grosso stipendio. Le guardie hanno rifiutato e, solo a quel punto, una di loro ha mandato a quel paese la Moskva.
"Quello era un mio subordinato, una guardia di frontiera", sottolinea Gotsky. Al momento, però, gran parte della guarnigione dell'Isola dei Serpenti, comprese le guardie di frontiera, è ancora prigioniera dei russi.
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