La Russia "sta rubando i bambini ucraini", portandoli via dal loro Paese senza dare alcuna informazione alle autorità di Kiev o alle loro famiglie. "È una tragedia" e "un crimine". È la denuncia al mondo che la first lady ucraina Olena Zelenska ha affidato a un'intervista a Porta a Porta, nella quale ha raccontato il dramma della guerra e le speranze di pace, mentre le violenze in Ucraina continuano e colpiscono soprattutto i più piccoli.
"In Russia hanno cambiato addirittura la loro legislazione per poter permettere alle famiglie russe di adottare i bambini ucraini più facilmente. Noi lo vediamo come un crimine, cerchiamo di parlare di questo in tutte le sedi per poter restituire questi bambini alla loro patria, cercheremo di riportare tutti i bambini in Ucraina", ha detto la moglie del presidente Zelensky, sottolineando che "ad oggi non abbiamo un elenco di nomi e cognomi dei bambini portati in Russia", perché la maggioranza è stata portata via dai territori occupati. "Se questi bambini sono stati portati via, se sono vivi e dove sono, i russi non lo dicono".
Nell'intervista - la seconda a una Tv straniera dall'inizio della guerra, dopo la Cnn - Zelenska ha raccontato come "quella notte del 24 febbraio è stata messa una croce sopra la nostra vita di pace. Per caratterizzarla al meglio, la parola è shock", svegliata con suo marito e i suoi figli alle cinque del mattino dalle bombe. Senza essersi mai pentita di non essere fuggita all'estero, Olena ha raccontato come "tutti i giorni vediamo la morte dei nostri bambini", che "si mettono a letto con la speranza di svegliarsi la mattina", perché "in Ucraina non c'è un posto sicuro al 100%".
Ma nonostante la pioggia di bombe, "noi abbiamo la speranza", perché i soldati russi "sono molto più numerosi ma il nostro spirito è molto più forte". L'appello è a resistere, ha detto la first lady ucraina, sottolineando come l'arrivo della pace per Kiev "dipende da quanto aiuto ci daranno gli altri Paesi, e quanto velocemente".
"La cosa più importante che possono fare le persone in altri Paesi è non scordarsi di questa guerra, non stancarsi, perché è qui. Bucha e Mariupol possono succedere in qualsiasi Paese, in qualsiasi momento, finché in questo mondo esiste questo aggressore. Io vorrei che tutti insieme lo vincessimo", ha chiesto infine Zelenska, che ha rivolto un ringraziamento agli italiani "che hanno accettato e accolto così tanti ucraini sulla loro terra".
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