ll viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov non ha escluso che i documenti riservati statunitensi trapelati negli ultimi giorni possano essere falsi e deliberatamente fatti per fuorviare la Russia. "Non abbiamo una posizione, forse è interessante per qualcuno guardare questi documenti ma se si trattasse di un falso, forse è una provocazione deliberata", ha detto mercoledì ai giornalisti rispondendo a una domanda della Tass sulla posizione di Mosca sulla fuga di notizie di documenti riservati del Pentagono.
E anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di seri dubbi sui documenti Usa. "Come tutti, non sappiamo fino a che punto possiamo fidarci di questi documenti", ha detto Peskov, aggiungendo però che "molto prima che questi documenti saltassero fuori,
avevamo e abbiamo tuttora informazioni sul fatto che molti istruttori provenienti da Paesi della Nato, incluso il Regno Unito, così come combattenti, stanno prendendo parte alle operazioni di combattimento",
E intanto spunta un nuovo documento segreto del Pentagono, secondo il quale la Serbia, l'unico Paese d'Europa che ha rifiutato di imporre sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina, si sarebbe invece detta d'accordo a inviare armi a Kiev e le starebbe già inviando. Lo rende noto la Reuters, secondo la quale il documenti è una lista della risposta Paese per Paese, che include 38 Paesi europei, alla richiesta di 'armi letali' e di addestramento da parte dell'Ucraina.
Ma il ministro della Difesa serbo, Milos Vucevic ha smentito oggi queste rivelazioni, parlando di "falsità" ricorrenti messe in circolazione allo scopo di "destabilizzare il nostro Paese e coinvolgerlo in un conflitto al quale non intendiamo partecipare". "Più di dieci volte abbiamo smentito queste falsità, e ora lo facciamo nuovamente. La Serbia non ha venduto nè intende vendere armi all'Ucraina nè alla Russia, e nè a Paesi
vicini all'area del conflitto", ha detto Vucevic.
Il ministro ha aggiunto che la Serbia naturalmente vende armi a Paesi terzi che sono lontani dall'area dei combattimenti e che non hanno alcun legame con essi. "Vi è sempre la possibilità che talune armi vengano a trovarsi in qualche maniera sul territorio del conflitto, ma ciò non ha assolutanente nessun collegamento con la Serbia. Si tratta di Paesi che non rispettano le norme internazionali e le clausole contrattuali. Ripeto, la Serbia non ha inviato armi all'Ucraina e tutto ciò che è stato reso noto al riguardo sono false speculazioni", ha affermato il ministro
della difesa.