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Oms: salgono a 400 i morti negli scontri in Sudan

L'esercito ha respinto una proposta di tregua per la fine del Ramadan. A Khartoum colonne di uomini contro paramilitari

Continua così a salire il bilancio delle vittime in Sudan, Paese scosso da sei giorni di violenti combattimenti fra l'esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). La portavoce dell''Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Margaret Harris ha riferito in un briefing alla stampa a Ginevra che sono 413 le persone morte e 3.551 quelle rimaste ferite negli scontri. L'Unicef ha aggiunto che tra le vittime si contano almeno nove bambini uccisi e più di 50 feriti.

In Sudan si combatte anche durante la festa di fine Ramadan. La ricorrenza di Eid al-Fitr non ha impedito l'interruzione degli scontri e il nuovo "cessate il fuoco proposto dai paramilitari a partire dalle sei di stamattina, ora locale e italiana, è stato "respinto da militari che hanno colonne di loro uomini in movimento in varie parti della capitale per sloggiare paramilitari". Lo riferisce una fonte qualificata al corrente sull'andamento del conflitto delle Rsf con l'esercito in Sudan.

Esplosioni e colpi di arma da fuoco si sono uditi a Khartoum nelle prime ore del primo giorno della ricorrerenza per la quale le Nazioni Unite avevano sperato in una tregua. Prima dell'alba, come ogni mattina dal 15 aprile, sono esplosi colpi di arma da fuoco e raid aerei, riferiscono testimoni. "Nella notte diversi quartieri di Khartoum sono stati bombardati e sono tuttora oggetto di bombardamenti e scontri tra l'esercito e (i paramilitari) delle Forze di supporto rapido (Rsf)", ha detto questa mattina il sindacato dei medici.

Ieri, i contatti diplomatici si erano intensificati: il generale Abdel Fattah al-Burhane, capo dell'esercito e capo de facto del Sudan dal putsch del 2021, aveva annunciato di essere stato contattato dai leader della regione regionali dal capo dell'Onu Antonio Guterres e dal segretario di Stato americano Antony Blinken. Tutti avevano chiesto la fine dei combattimenti contro i paramilitari della Fsr del generale Mohamed Hamdane Dagalo, il suo numero due dopo il putsch, per l'Eid al-Fitr, che segna la fine del digiuno del Ramadan. Le stesse Fsr hanno annunciato "il loro accordo per una tregua di 72 ore", ma contemporaneamente il generale Burhane è apparso per la prima volta dall'inizio delle ostilità alla televisione di stato. Ha pronunciato un discorso alla nazione in occasione dell'Eid senza mai accennare ad alcuna tregua. 

La situazione interna 

Le condizioni di vita a Khartoum sono "infernali". Lo ha detto alla Bbc l'ambasciatore norvegese in Sudan, Endre Stiansen, precisando che in città proseguono "intensi" i combattimenti tra le fazioni militari rivali.

"In certi quartieri del centro c'è odore di morte e di cadavere", ha raccontato un residente della capitale, città che conta oltre cinque milioni di abitanti e dove in tanti cercano rifugio nei quartieri meno colpiti dagli scontri, per sfuggire ai raid aerei. Il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus su Twitter ha scritto che la "pace è l'unica soluzione", e ha definito la situazione "sempre più preoccupante e straziante".  

Unicef, 'a rischio milioni di bambini per le violenze'

Catherine Russell, direttore generale dell'Unicef, si è detta allarmata per le ostilità in Sudan che "proseguono a Khartoum, Darfur e Kordofan del Nord", e dove "ci sono notizie di almeno 9 bambini uccisi nei combattimenti e altri 50 feriti. I combattimenti hanno interrotto le cure essenziali salvavita per circa 50.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave". Il direttore generale dell'Unicef ha precisato che "i combattimenti hanno interrotto le cure essenziali salvavita per circa 50.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave. Questi bambini vulnerabili hanno bisogno di un'assistenza continua 24 ore al giorno, che è messa a rischio dall'escalation di violenza". "I combattimenti mettono anche a rischio la catena del freddo in Sudan, che comprende vaccini e insulina per un valore di oltre 40 milioni di dollari, a causa delle interruzioni della fornitura di energia elettrica e dell'impossibilità di rifornire i generatori con carburante", prosegue la nota. L'Unicef "rilancia all'appello del Segretario Generale affinché le forze armate cessino immediatamente le ostilità e chiede a tutte le parti di rispettare i loro obblighi internazionali di proteggere i bambini dai pericoli e di garantire che gli attori umanitari possano raggiungere rapidamente e in sicurezza i bambini in difficoltà.

L'esercito del Sudan 'esclude' i negoziati con i paramilitari

L'esercito sudanese ha escluso qualsiasi negoziato con le Forze di supporto rapido (Rsf). Lo annunciano i militari ad Al Jazeera. "Impegnarsi in colloqui con la forza paramilitare sarebbe possibile solo per discutere la loro resa", ha precisato l'esercito in un comunicato. 

Gli attacchi alla residenza dell'Ambasciatore di Francia

Una fonte qualificata al corrente sull'andamento del conflitto racconta tra l'altro che a Khartoum la residenza dell'Ambasciatore di Francia è stata "assaltata da una banda di miliziani sbandati" che però sono stati "respinti". Inoltre "una bomba è caduta a breve distanza dall'Ambasciata di Francia".

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