Si apre uno spiraglio nella difficile vicenda di Ilaria De Rosa, la giovane hostess rinchiusa da settimane in un carcere vicino a Gedda, in Arabia Saudita. Oggi la 23enne di origini venete - la famiglia vive a Resana, vicino Castelfranco (Treviso) - ha ricevuto la prima visita in cella delle autorità italiane. I vertici sauditi hanno infatti concesso la visita consolare alla ragazza, arrestata due settimana fa per detenzione e traffico di droga. Un'accusa molto grave per la giurisdizione del grande stato arabo.
Il console generale d'Italia a Gedda ha visitato in carcere la giovane hostess, che, secondo quanto si apprende, è in buone condizioni, ed è stato firmato il mandato per avere avvocati locali, consigliati dal consolato. E' stato possibile ottenere la visita consolare, secondo quanto viene riferito, grazie alle eccellenti relazioni del ministro Antonio Tajani con le autorità saudite e alla collaborazione tra le due ambasciate, tenuto conto della tolleranza zero nella campagna saudita contro la droga e dell'intransigenza delle autorità locali. Ilaria, secondo quanto si è appreso, sarebbe stata trovata in possesso di una piccola quantità di stupefacente. Un dato che, se confermato, non aiuterebbe la trattativa. A Resana Marisa Boin, la mamma dell'assistente di volo della lituana Avion Express, trascorre lunghe giornate segnate dall'angoscia.
Le notizie che Rijad fornisce alla diplomazia italiana arrivano con il contagocce, e non consentono di intravvedere una soluzione a breve. Marisa Boin fino a ieri era convinta che l'arresto della figlia fosse dovuto "ad un grande equivoco", perchè Ilaria - ha detto in un'intervista a La Stampa - "non ha mai fatto uso di droghe: non è una ragazza che si fa le canne". E abituata a studiare e a lavorare all'estero "sa bene che in Paesi come l'Arabia è un rischio enorme farsi trovare con della droga addosso". Marisa, 55 anni, un lavoro da operaia, vive da due settimana attaccata al telefono, in contatto con il nostro ministero degli Esteri, con l'altra figlia, Laura, che vive a Bruxelles, ed il marito, ufficiale dell'aeronautica impiegato in una base Nato in Belgio. L'ultima contatto telefonico tra madre e figlia risale al 4 maggio scorso. Poi il buio.
Temendo un rapimento l'8 maggio, la famiglia ha fatto denuncia di scomparsa ai Carabinieri. Quarantotto ore dopo è giunta dalla Farnesina la conferma che Ilaria, invece, era in carcere, accusata di aver avuto della droga addosso durante una perquisizione subita mentre era in auto con altri amici. Da Resana, la madre si dice sicura che la figlia non c'entra con la droga, e ipotizza che possa essere stato uno degli amici con i quali si trovava ad essere stato scoperto con una canna. Resta da capire, allora, perchè la polizia saudita abbia messo nei guai anche la giovane l'hostess italiana.