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La Nato aumenta le forze dislocate in Kosovo

Mosca, 'forze Nato in Kosovo hanno provocato escalation'

La Nato aumenta le forze dislocate in Kosovo.  In risposta ai recenti disordini e al ferimento di 30 membri della Forza Nato per il Kosovo, la Nato ha disposto il dispiegamento delle Forze di Riserva Operativa (ORF) per i Balcani occidentali, che erano pronte all'impiego in sette giorni. "Il dispiegamento di ulteriori forze Nato in Kosovo è una misura prudente per assicurare che la Kfor abbia le capacità necessarie per mantenere la sicurezza in conformità con il mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", ha dichiarato l'ammiraglio Stuart B. Munsch, comandante dell'Allied Joint Force Command di Napoli. 

Mosca accusa la Nato per gli scontri in Kosovo. Le forze dell'Alleanza in Kosovo, secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, hanno agito in modo "non professionale", provocando "una violenza non necessaria" e una "escalation" della situazione. L'Occidente, ha aggiunto, deve mettere fine alla sua "falsa propaganda" sul Kosovo. I Paesi occidentali, ha proseguito in una dichiarazione pubblicato sul sito del ministero, "devono smettere di imputare gli incidenti in Kosovo ai Serbi disperati che pacificamente, e senza armi in mano, cercano di difendere i loro legittimi diritti e libertà".

Nel nord del Kosovo manifestanti serbi si sono nuovamente radunati stamane davanti ai Municipi di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic per protestare contro l'insediamento nei loro uffici dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti nel voto locale del 23 aprile scorso. Per ora la situazione appare tranquilla, anche se è evidente una massiccia presenza di unità della polizia kosovara e di militari della Kfor, la Forza Nato in Kosovo a presidiare i punti sensibili. Intanto  il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio Anch'io ha assicurato che tra i militari italiani impegnati nella Kfor della Nato in Kosovo coinvolti negli incidenti di ieri "non ci sono feriti gravi". I militari, ha aggiunto, vengono "curati in Kosovo e il nostro ambasciatore li andrà a trovare stamattina. C'è anche il generale Figliuolo, sono seguti da vicino con grande solidarietà. I militari italiani sono inquadrati in una missione Nato che punta a impedire la nascita di un nuovo conflitto tra Kosovo e Serbi".

 

Kosovo, scontri fra manifestanti serbi e polizia: feriti anche 34 militari Nato

 

Ieri a Zvecan in violenti scontri fra dimostranti, polizia e truppe Kfor sono rimasti feriti una cinquantina di manifestanti serbi e, come detto, trenta militari della Nato, dei quali 11 italiani e 19 ungheresi. Il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto ha detto che i 19 soldati del suo Paese rimasti feriti operavano sotto il comando italiano.

Contro i militari della missione Kfor sono stati anche esplosi colpi di arma da fuoco ieri, durante i tumulti nel nord del Kosovo: tre ungheresi sono stati colpiti e feriti da proiettili, ma per fortuna non sono in pericolo di vita, secondo il comando della missione Kfor.

Stando ai media locali, i nuovi sindaci di Zvecan e Zubin Potok non intendono raggiungere oggi i loro uffici nelle rispettive sedi municipali ma dovrebbero svolgere la loro attività in sedi distaccate situate in villaggi vicini. Il sindaco di Leposavic sembra sia rimasto bloccato ieri nella sede del Municipio, dove avrebbe trascorso la notte. Dure condanne dei gravi incidenti di ieri sono giunte nelle ultime ore anche da Eulex e Unmik, le missioni Ue e Onu in Kosovo. E proseguono le accuse incrociate tra Pristina e Belgrado, che si addossano a vicenda la responsabilità delle nuove forti tensioni e degli scontri nel nord del Kosovo. Ieri sera il presidente serbo Aleksandar Vucic ha indicato il premier kosovaro Albin Kurti e la sua politica incendiaria e ostile ai serbi quali unici responsabili di tale situazione, e ha fatto appello alla comunità internazionale e ai paesi del Quint in particolare di 'riportare alla ragione' Kurti, prima che sia troppo tardi. La presidente del Kosovo Vjosa osmani da parte sua ha puntato il dito contro le 'strutture parallele' della Serbia nel nord del kosovom, trasformatesi a suo dire in autentiche 'bande criminali' che destabilizzano la situazione al nord. 

L'Ue ha condannato "con la massima fermezza possibile la violenza scioccante a Zvecan. Gli atti violenti commessi contro le truppe della missione Nato in Kosovo (Kfor), i media, i civili e la polizia sono assolutamente inaccettabili". In un tweet l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell ha esortato le autorità del Kosovo e i manifestanti "a ridurre le tensioni immediatamente e senza condizioni. Ci aspettiamo che le Parti agiscano in modo responsabile e trovino immediatamente una soluzione politica attraverso il Dialogo".


   

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