NAIROBI - Il predicatore keniano Paul Mackenzie, fondatore della cosiddetta "setta del digiuno" nella città costiera di Malindi, ha proclamato la sua innocenza, oggi in tribunale a Mombasa. Mackenzie è apparso pubblicamente al termine dei 30 giorni di custodia chiesti dalla polizia che sta indagando sulla morte di almeno 240 suoi fedeli riesumati da fosse comuni in un terreno di sua proprietà nella foresta di Shakaola, e sulla scomparsa di altri 610, secondo i dati della Croce Rossa.
Per gli investigatori, il sedicente pastore avrebbe lasciato morire di fame i seguaci dopo averli convinti a digiunare "per poter vedere Gesù in paradiso" e dai primi risultati delle autopsie sulle vittime, tra cui molti bambini, alcune di loro sarebbero state strangolate o asfissiate.
"Non so cosa ci faccio dietro le sbarre, sento che è un'ingiustizia, ma sono certo che il Signore, che servo e di cui mi fido, mi aiuterà" ha detto Mackenzie davanti alle telecamere di Ntv. Il predicatore, agli arresti dallo scorso 15 aprile, si è lamentato anche per il trattamento ricevuto in questo periodo in carcere, ma gli inquirenti hanno chiesto per lui, al giudice della corte di Mombasa altri 60 giorni di custodia cautelare.
"E' il periodo più breve possibile entro il quale le indagini devono essere completate, date le circostanze, e costituisce il mezzo meno restrittivo per preservare l'integrità della delicata indagine", scrive il sito del quotidiano The Star, citando le carte processuali.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA