Centinaia di migliaia di polacchi sono scesi oggi in strada per protestare "contro il carovita, le menzogne del potere e la corruzione" e, in vista delle elezioni politiche del prossimo autunno, a favore di "una Polonia democratica, tollerante, ed europea". "La prima cosa da fare per iniziare la strada verso la vittoria è fare i conti per sapere quanti siamo", ha detto loro lo storico leader di Solidarnosc Lech Walesa, primo presidente democraticamente eletto della Polonia e premio Nobel per la pace, nel discorso di avvio della marcia. E i conti li hanno poi fatti gli organizzatori e il municipio della capitale: mezzo milione di partecipanti, probabilmente il numero più alto dalla fine del comunismo, dopo la svolta democratica del 1989.
A chiedere ai polacchi di scendere in piazza è stato Donald Tusk, premier della Polonia tra il 2007 e il 2014, nonché presidente del Consiglio europeo tra il 2014 e il 2019, diventato ora il leader del maggiore partito di opposizione. In questi giorni Tusk sembra essere più che mai nel mirino dal partito conservatore di Jaroslaw Kaczynski, al governo, che ha voluto una legge, già accolta dal parlamento, che non a caso viene chiamata dai media 'lex anti Tusk'.
Si tratta di un testo che mira ad escludere dalla vita pubblica gli esponenti politici responsabili delle "influenze russe" sulla sicurezza interna polacca fra gli anni 2007 e 2022. Il presidente Andrzej Duda l'ha firmata la settimana scorsa salvo poi - in seguito ad aspre critiche, a cominciare da quelle del presidente americano Joe Biden e del Parlamento europeo - fare macia indietro, presentando una serie di emendamenti.
"Questo è il mio giuramento di fronte a voi: vi guiderò alla vittoria" alle prossime elezioni, ha detto Tusk alla folla al temine della manifestazione, riunita infine nella Piazza del Castello reale, con centinaia di bandiere polacche e europee. L'ex premier si è anche impegnato per "una resa dei conti" sostenendo che la manifestazione di oggi ha dato nuova speranza alla società polacca "nonostante le divisioni seminate dal potere negli ultimi anni".
La data del 4 giugno non è stata scelta a caso. In Polonia vi si celebra la Giornata della libertà e dei diritti civili, poiché è l'anniversario delle prime elezioni parzialmente libere seguite dalla sconfitta del comunismo in Europa, vinte da Solidarnosc. Ma al di là di ogni simbolismo, il primo ministro Mateusz Morawiecki ha criticato le proteste, paragonanadole ad a un "circo" e affermando che lo fa "un po' ridere quando le vecchie volpi che sono in politica da anni organizzano una marcia antigovernativa e la presentano come una protesta civica spontanea".
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