Anche se con l'Egitto la cautela non è mai troppa, ormai sembra fatta:stasera Patrick Zaki tornerà in Italia dopo un calvario durato tre anni e mezzo e correrà subito nella sua amata Bologna. E' stata proprio la sua università, l'Alma Mater dove si è appena laureato, ad annunciare che aspetta il ricercatore per una conferenza stampa fissata alle 20.30 in rettorato, mentre d'intesa con il Comune è in programma una grande festa pubblica per celebrare il ritorno di Patrick domenica 30 luglio in piazza Maggiore. "Per noi era un obiettivo importante, io sono molto contenta di averlo centrato e voglio dire, rispetto al dibattito di questi giorni, che non mi aspetto per questo riconoscenza, non mi interessa. Era giusto farlo e l'abbiamo fatto", ha detto in serata al Tg1 la premier Giorgia Meloni parlando della liberazione di Zaki con implicito riferimento al rifiuto da parte dell'attivista egiziano dell'aereo messo a disposizione dal governo che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno a Roma. Patrick comunque dovrebbe rientrare sul volo Egyptair delle 13.55 che atterra a Malpensa alle 16.50, per poi percorrere le tre ore di auto fino a Bologna in compagnia del rettore dell'Università di Bologna Giovanni Molari e della professoressa-mentore Rita Monticelli, che lo aspetteranno allo scalo milanese. "Lo attendiamo da tre anni, sarà un momento molto bello. Lo attendo io, ma lo aspetta soprattutto l'intera comunità dell'Alma Mater", ha detto all'ANSA Molari.
"Dopo aver visto sagome di Patrick in giro per la città, poterlo abbracciare sarà emozionante", ha sottolineato. La prima cosa che Zaki rivedrà dell'Italia, tanto sognata durante i 22 mesi trascorsi in carcere e gli altri 19 a piede libero ma con divieto d'espatrio, saranno quindi le corsie dell'A1 Milano-Bologna: non, per esplicita volontà del ricercatore, rappresentanti del governo e delle istituzioni italiane che tanto si sono battute per la sua liberazione. Un incontro "non è previsto", ha confermato nelle ultime ore il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ripetendo che "noi ci siamo preoccupati di tutelare un giovane che era detenuto, condannato, per restituirgli la libertà, visto che si era laureato in Italia. Poi, il resto, come venire in Italia, sono sue scelte", ha aggiunto il titolare della Farnesina. "Quella di Zaki la interpreto come una scelta giusta, di indipendenza e di autonomia. Una bella scelta e comunque è la sua scelta. Lo lascerei in pace, ha già passato 22 mesi nelle carceri egiziane" dove continuano a languire ingiustamente ancora migliaia di attivisti, ha commentato da parte sua il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. E di attivisti impegnati in questa battaglia nell'Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, il rais alle prese con il revanchismo della Fratellanza musulmana, Patrick ne ha incontrati vari dopo il rilascio reso possibile giovedì dalla grazia concessa dallo stesso capo di Stato egiziano annullando la condanna a tre anni di reclusione per diffusione di notizie false attraverso un articolo. Venerdì sera in un appartamento del Cairo Zaki ha abbracciato Mohamed El-Baqer, l'avvocato e difensore dei diritti umani graziato insieme a lui dopo quasi quattro anni di carcere, e Ahmed Harara, il cosiddetto 'medico cieco' che perse entrambi gli occhi per colpi sparati dalla polizia in due diverse manifestazioni del gennaio e novembre 2011, l'anno della prima rivoluzione egiziana, quella che spodestò l'autocrate Hosni Mubarak. Oppositori irriducibili, come lui..
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