Sono in fase di definizione in
Giappone i preparativi finali per il rilascio delle acque
contaminate dalla centrale nucleare di Fukushima nell'Oceano
Pacifico: lo conferma il gestore dell'impianto, la Tokyo
Electric Power (Tepco), a meno di un giorno dalla prevista
esecuzione annunciata ieri.
La Tepco ha dichiarato che martedì aveva diluito un metro
cubo di acque di scarto con circa 1.200 metri cubi di acqua
marina, secondo gli standard di sicurezza giapponesi,
consentendo al liquido di fluire attraverso un tunnel
sottomarino situato a 1 chilometro dal complesso. I media locali
hanno segnalato che l'operazione è avvenuta intorno alle 13:00
del pomeriggio (le 6:00 in Italia ). L'acqua sarà ulteriormente
esaminata e da giovedì rilasciata in mare insieme ad altre
immagazzinate sul sito. Circa 1,34 milioni di metri cubi di
acqua, equivalenti a 540 piscine olimpioniche, sono stati
raccolti nelle cisterne, utilizzate per raffreddare ciò che
resta dei reattori ancora altamente radioattivi, e che si sono
mescolate successivamente con acque sotterranee e piogge.
La complessa operazione ha avuto il via libera dall'Agenzia
Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) - e la stessa ha
confermato di mantenere del personale sul sito giovedì. Nel
frattempo il processo di smantellamento della centrale va
avanti, attraverso la rimozione del combustibile nucleare fuso e
dei detriti radioattivi ancora presenti nei reattori distrutti
dall'esplosione avvenuta all'indomani del triplice disastro nel
marzo del 2011, il terremoto di magnitudo 9, il successivo
tsunami, e la diffusione delle radiazioni. L'operazione è
talmente complessa e pericolosa che obbliga la Tepco a
utilizzare robot avanzati al posto degli esseri umani. Si
prevede che gli oltre 1.000 serbatoi raggiungeranno la loro
capacità massima entro il 2024, e sia il governo che Tepco
sostengono che il rilascio dell'acqua nell'oceano è necessario
per continuare i lavori che richiedono spazio e strutture adatte
a conservare i detriti prodotti dalle laboriose operazioni di
demolizione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA