Cinquanta leader, dal Portogallo all'Armenia, dalla Gran Bretagna al Kosovo, tutti riuniti a Granada: la terza edizione della Comunità politica europea (Cpe), come spiegano fonti europee, è un successo già solo per il fatto che sia stata organizzata come previsto. L'appuntamento semestrale, dopo quelli di Praga e Chisinau, questa volta rischia però di tingersi di nero. Negli ultimi sei mesi, in questa Grande Europa nata da un'idea di Emmanuel Macron, le crisi sono aumentate, infiammando due territori che già viaggiavano sull'orlo del conflitto: il Kosovo e il Nagorno-Karabakh. E, in quest'ultimo caso, nella strategia Ue il vertice della Cpe voleva essere anche l'occasione per una nuova mediazione tra Armenia e Azerbaigian. Ma il presidente azero, Ilham Aliyev, alla fine ha declinato l'invito dicendosi scontento per il sostegno Ue mostrato a Erevan.
Il vertice della Cpe sarà innanzitutto un sudoku protocollare. Alla sessione plenaria della tarda mattinata seguiranno tre tavole rotonde - con i Paesi divisi a gruppi - tra IA e digitalizzazione, energia e clima e multilateralismo.
E, a testimonianza del contesto in cui si svolge il vertice, il terzo panel ha ricevuto così tante adesione da aver costretto la presidenza spagnola a dividere i partecipanti in due gruppi. La sera, invece, i 50 leader saliranno all'Alhambra per una cena che dovrebbe tenersi nel favoloso Patio de los Leones. Volodymyr Zelensky, probabilmente, non sarà presente di persona ma interverrà comunque in video. E tenterà, ancora una volta, di convincere i più scettici - a partire da Ungheria e Serbia - della necessità esistenziale, per l'Europa, di continuare a sostenere Kiev. Un sostegno che Giorgia Meloni ribadirà essere saldissimo da parte italiana.
Ma a contare saranno soprattutto le riunioni a margine. La più attesa, quella tra Charles Michel, il premier armeno Nikol Pashinyan, l'azero Aliyev, Macron e il cancelliere Olaf Scholz, è però già saltata. Baku diserterà l'intero summit, come ritorsione per quella che ha giudicato una reazione troppo filo-armena da parte di Bruxelles. E resta un rebus anche la gestione da parte di Ue e Spagna dell'incrocio tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e la presidente del Kosovo Vjosa Osmani, entrambi al summit nei giorni della grande paura di un ritorno del conflitto. Il tutto, con una curiosa appendice: la Spagna, Paese ospitante, è uno dei pochi Stati europei a non aver ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo.
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