Israele apre la caccia ai responsabili dell'attacco senza precedenti dalla Striscia e ammonisce che "la leadership militare e politica di Hamas e tutte le sue strutture sono attaccabili e condannate". E la kill list dello Stato ebraico include anche figure di spicco delle altre organizzazioni armate di Gaza.
* YAHYA SINWAR - "E' il comandante dell'operazione ed è un uomo morto", ha minacciato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. Se il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, succeduto nel 2017 a Khaled Meshaal, è da anni in Qatar, Sinwar leader di Gaza è certamente la figura di maggior spicco nel confronto armato con Israele. Nato nel 1962 nella Striscia, l'uomo indicato come obiettivo numero uno dall'esercito della Stella di Davide si ritiene abbia fondato nel 1998 delle forze di sicurezza interna di Hamas. Ha passato 24 anni in carcere, da ultimo venne rilasciato nel 2011, nell'ambito dello scambio di prigionieri per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Dal 2015 Sinwar è nella lista dei terroristi internazionali (Sdgt) del dipartimento di Stato americano. E' stato eletto leader a Gaza nel 2017 e riconfermato a marzo 2021.
Due mesi dopo un raid israeliano ha centrato la sua casa ma lui non c'era. "La liberazione è il nucleo strategico di Hamas, e riguarda la Palestina dal mar Mediterraneo al fiume Giordano", è uno dei suoi proclami più noti.
* MOHAMMED DEIF - L'inafferrabile primula rossa al comando dell'ala militare di Hamas è considerata la mente dell'attacco senza precedenti a Israele che ha lasciato sul campo centinaia di morti. Nato nel 1965, è sopravvissuto miracolosamente a un primo attentato nel 2001, e ancora nel 2002, nel 2003, nel 2006 e nel 2014, quando sono rimasti uccisi la moglie e due figli piccoli. Il comandante delle brigate Ezzedin al-Qassam vive in clandestinità - non si vede una sua immagine in pubblico dal 2005 - e porta sul corpo i segni dei ripetuti attentati: si ritiene sia costretto a muoversi in sedia a rotelle, che abbia perso un occhio, forse anche un braccio. Il suo vero nome sarebbe Mohammed Diab, 'deif' (in arabo, l'ospite) è il soprannome conquistatosi "spostandosi di villaggio in villaggio" sfuggendo agli occhi dell'intelligence israeliana.
* MARWAN ISSA - Il numero due del braccio armato di Hamas è uno tra gli esponenti più misteriosi. Anche lui classe 1965, si sa che è nato in un campo profughi nella Striscia. Sarebbe stato per molto tempo a capo delle operazioni speciali e a tutt'oggi sarebbe al comando delle brigate nella zona centrale di Gaza.
* LA JIHAD PALESTINESE - Nel mirino per il suo ruolo attivo nell'attacco di sabato, ha rivendicato il tentativo odierno di infiltrazione dal sud del Libano verso Israele. Il suo capo politico dal 2018, Ziyad al-Nakhalah, originario di Gaza dove è nato nel 1953, è finito nell'elenco dei terroristi ricercati dagli Usa nel 2014. Il leader del gruppo a Gaza, Khaled al-Batsh, è da molto tempo nella kill list israeliana. I comandanti di spicco della fazione armata, le brigate al Quds, Jihad Ghannam, Tareq Izzeldeen e Khalil Al-Bahtini sono rimasti uccisi lo scorso maggio nei raid di Israele dopo il lancio di 100 razzi dalla Striscia. L'unico dirigente sopravvissuto dell'ala militare sarebbe Mohammed Abu al-Atta, capo della divisione missilistica, scampato al bombardamento della sua abitazione.
* LE BRIGATE DI AL AQSA - Formazione che conta su qualche centinaio di aderenti nata nel corso della seconda Intifada, è considerata oggi un arcipelago di cani sciolti e reduci di altre organizzazioni. Coopera con Hamas e la Jihad. Dallo scorso anno a capo delle operazioni militari a Gaza sarebbe stato nominato Salem Thabet, un tempo tra i portavoce.
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