Hamas ha confermato stamattina che è stato raggiunto un accordo per "prolungare la tregua per un settimo giorno". Lo riportano i media internazionali, citando un comunicato del movimento islamista palestinese. In precedenza le Forze di difesa israeliane (Idf) avevano scritto in un post sul loro account X che la tregua a Gaza continuerà "alla luce degli sforzi dei mediatori per portare avanti il processo di rilascio degli ostaggi".
Il Ministero degli Affari esteri di Doha ha affermato che la tregua a Gaza sarà prolungata per la giornata di oggi "alle stesse condizioni precedenti - che sono il cessate il fuoco e l'ingresso di aiuti umanitari - nel quadro della mediazione condivisa dallo Stato del Qatar con la Repubblica araba d'Egitto e gli Stati Uniti d'America".
C'è anche la ventiduenne Ahed Tamimi nel gruppo di palestinesi rilasciati stanotte da Israele nell'ambito della tregua con Hamas. Lo riportano i media locali, citando le autorità carcerarie. Diventata famosa in tutto il mondo nel 2018 per aver schiaffeggiato due soldati israeliani nel suo villaggio cisgiordano di Nabi Saleh, Tamimi era in carcere per l'ennesima volta dal 6 novembre dopo un suo post su Instagram in arabo e in ebraico indirizzato alle "mandrie di coloni israeliani" nel quale affermava: "Vi aspettiamo in tutte le città della Cisgiordania, da Hebron a Jenin. Vi massacreremo e direte che ciò che vi ha fatto Hitler era uno scherzo. Berremo il vostro sangue e mangeremo i vostri teschi". Per la famiglia Tamimi non è stata Ahed a scrivere il post, che sarebbe invece frutto di uno dei tanti account fake che si sono appropriati dell'immagine della giovane pasionaria palestinese.
La Cina chiede una "tregua umanitaria duratura e prolungata" nel conflitto Israele-Hamas: le parti dovrebbero attuarla "con effetto immediato nell'ambito di un cessate il fuoco globale e della fine dei combattimenti". Lo si legge nel documento di posizione sulla risoluzione della crisi diffuso oggi dal ministero degli Esteri di Pechino basato su più punti, tra cui il cessate il fuoco globale, la protezione dei civili, la garanzia dell'assistenza umanitaria, l'aumento della mediazione diplomatica e la ricerca di una soluzione politica. La Cina sollecita inoltre la "soluzione dei due Stati" e negoziati diretti tra Palestina e Israele.
In parallelo sono proseguiti gli sforzi di mediazione per un'estensione della tregua. Il Qatar, impegnato direttamente nei colloqui con Hamas, si è detto ottimista, spingendosi anche oltre: dopo le donne e ai bambini, "ci stiamo muovendo per il rilascio dei civili uomini", ha detto un portavoce del ministero degli Esteri. "Liberare più ostaggi e ricevere più assistenza umanitaria" è anche la priorità degli Stati Uniti, come ha detto il segretario di Stato Antony Blinken, alla vigilia di un nuovo viaggio in Israele. Ma la Casa Bianca avrebbe in mente un obiettivo più ambizioso, una tregua duratura. Lo ha fatto intendere Joe Biden, affermando in un messaggio su X che "continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare a Hamas ciò che cerca", ossia impedire che "israeliani e palestinesi vivano fianco a fianco in pace". Mai finora il presidente americano si era spinto così avanti, almeno pubblicamente.
Israele, di fronte a questo pressing, per ora non sembra intenzionato a cambiare linea. "Finché avremo le liste dei nostri rapiti, procederemo per un tempo massimo di 10 giorni" in tutto, ha puntualizzato una fonte politica israeliana. Sulla base dell'informazione che Hamas abbia donne e bambini in ostaggio per altri "due, forse tre giorni". Mentre il premier Benyamin Netanyahu ha ribadito che "dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra". Con l'obiettivo di sradicare Hamas dalla Striscia.
Il conflitto tra Israele e l'ala più oltranzista dei palestinesi, del resto, non si è mai fermato del tutto, neanche in questi giorni di tregua nella Striscia. In Cisgiordania si è continuato a combattere con l'epicentro a Jenin. Nella cosiddetta piccola Gaza l'esercito israeliano ha rivendicato di aver ucciso il capo delle Brigate Jenin, Mohammad Zabeidi, insieme ad un altro leader militare, in un raid nel campo profughi della città. Le autorità palestinesi hanno invece denunciato l'uccisione di un bambino di nove anni e di un quindicenne. Ed anche a Gaza sono stati uccisi quattro palestinesi, uno mentre cercava di rientrare a casa sua nel nord, gli altri tre perché, secondo l'esercito, "minacciavano le forze israeliane".
Lo scontro che infiamma la Striscia è proseguito anche sul piano diplomatico, nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu presieduta dalla Cina. "Questa carneficina deve finire", è stato l'appello lanciato dal ministro degli Esteri palestinese Riyad Al-Maliki. "Chiunque sostenga un cessate il fuoco, in realtà sostiene la continuazione del regno del terrore di Hamas", la risposta dell'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan. In questa contrapposizione la richiesta di Pechino di lavorare ad "cessate il fuoco totale e duraturo con la massima urgenza" per arrivare alla soluzione dei due Stati è apparsa per il momento quanto mai irrealistica.
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