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Herzog: 'Israele pronto a un'altra pausa per gli ostaggi'

Herzog: 'Israele pronto a un'altra pausa per gli ostaggi'

Silenzio di Netanyahu, gelo di Hamas. Occhi puntati sull'Onu, il voto slitta a mercoledì

TEL AVIV, 20 dicembre 2023, 10:07

Claudio Salvalaggio

ANSACheck

Rafah © ANSA/AFP

Rafah © ANSA/AFP
Rafah © ANSA/AFP

"Israele è pronto per un'altra pausa umanitaria e per altri aiuti" a Gaza "in modo da rendere possibile il rilascio degli ostaggi". L'apertura è arrivata dal presidente israeliano Isaac Herzog, mentre al Consiglio di sicurezza dell'Onu è slittato a mercoledì il voto su una nuova risoluzione per una tregua nella Striscia e il conflitto rischia di allargarsi per le minacce degli Houthi al traffico mercantile nel Mar Rosso.

"Ora la responsabilità ricade interamente su Sinwar e sulla leadership di Hamas", ha ammonito Herzog in una riunione con gli ambasciatori stranieri. Un "messaggio molto positivo", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani con al fianco l'omologo britannico David Cameron, che ha rilanciato la proposta di un "cessate il fuoco sostenibile" e sollecitato Israele a "ridurre al minimo le vittime civili", rispettando le leggi umanitarie e pianificando "attacchi mirati e chirurgici".

Ma la mossa di Herzog, isolata per il momento dal silenzio del premier Benyamin Netanyahu, ha trovato una parziale chiusura da parte di Hamas: "Rifiutiamo categoricamente di tenere qualsiasi forma di negoziato sullo scambio di prigionieri sotto la prosecuzione della guerra genocida israeliana", ha dichiarato un alto dirigente del movimento estremista, che resta tuttavia disponibile "a qualsiasi iniziativa che contribuisca alla fine dell'aggressione al nostro popolo e all'apertura dei valichi per portare aiuti e soccorsi".

Che comunque qualcosa si stia muovendo lo conferma anche l'esito interlocutorio dell'incontro a Varsavia tra il premier del Qatar e i capi di Cia e Mossad per la liberazione degli ostaggi sequestrati da Hamas in cambio del rilascio di palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane e di una pausa umanitaria: "Colloqui positivi, anche se non è previsto un accordo imminente", ha riferito una fonte citata dalla Reuters.

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu intanto fatica a parlare con una voce sola e, dopo il rinvio di lunedì, ha sospeso la riunione del giorno successivo per continuare a limare la bozza presentata dagli Emirati Arabi. Evitando così l'ennesimo veto Usa, che ha isolato Washington all'Onu come la Russia lo scorso anno dopo l'invasione in Ucraina.

Lo slittamento del voto a mercoledì, per consentire il proseguimento dei negoziati sul testo, è riportato da Afp, che cita  fonti diplomatiche. L'ultima bozza, preparata dagli Emirati Arabi Uniti, chiede la "sospensione" delle ostilità nel territorio palestinese per consentire la consegna di maggiori aiuti umanitari.

Il documento Onu chiede "l'urgente sospensione delle ostilità per consentire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli" anche via cielo e mare, e "misure urgenti verso una cessazione sostenibile delle ostilità". Secondo fonti del Palazzo di Vetro, gli Stati Uniti restano contrari ad ogni menzione di una "cessazione delle ostilità", che a loro avviso favorirebbe Hamas.

Un altro dei passaggi oggetto di discussione è quello in cui si chiede al segretario generale, "con l'obiettivo di accelerare la consegna di assistenza umanitaria a Gaza, di istituire un meccanismo di monitoraggio nella Striscia Gaza". La bozza ribadisce "il fermo impegno a favore della soluzione a due Stati, e sottolinea l'importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l'Autorità palestinese".

Secondo il dipartimento di Stato americano, un voto è possibile nelle prossime ore e si può ottenere un'estesa pausa umanitaria se Hamas accetta di liberare ostaggi. Prima che i lavori fossero sospesi, è andato in scena l'ennesimo scontro tra gli Usa e le altre grandi potenze (Giappone, Brasile, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia), che hanno condannato ogni forma di terrorismo, ma anche denunciato la "catastrofe umanitaria" a Gaza, le azioni "indiscriminate" di Israele contro i civili nella Striscia in violazione delle leggi di guerra, gli insediamenti illegali in Cisgiordania e le violenze dei coloni verso i palestinesi, contro cui Londra ha annunciato il bando dei responsabili.

Dal canto suo, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha messo in guardia che "i passi limitati da parte di Israele sono positivi, ma sono ben al di sotto di ciò che è necessario per affrontare la catastrofe umanitaria sul terreno". Anche Joe Biden ha bisogno di una svolta da parte di Israele: secondo un sondaggio del Nyt, il 57% degli americani disapprova la sua gestione del conflitto israelo-palestinese e il 46% pensa che il suo probabile rivale presidenziale Donald Trump farebbe meglio di lui.

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