Si allunga sempre più la lista degli esponenti della nomenclatura russa morti nell'ultimo paio d'anni in circostanze quantomeno misteriose. Questa volta è toccato a Vladimir Egorov, 46 anni, deputato del partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin nella Duma della città di Tobolsk, in Siberia. I più importanti media russi hanno riferito che la polizia deve ancora stabilire le cause della morte.
Sul corpo "non ci sono segni esterni di violenza", hanno detto gli investigatori al Kommersant. La Duma della città di Tobolsk ha però pubblicato un necrologio affermando che Egorov è morto "a seguito di un incidente". Nello stesso testo, la sua Duma lo ha peraltro elogiato per aver fornito "un sostegno completo ai partecipanti all'operazione militare speciale e alle famiglie dei militari" che combattono in Ucraina.
Secondo numerosi media internazionali, che citano il canale Telegram del media russo Baza, che ha legami con i servizi di sicurezza russi, Egorov sarebbe invece caduto da una finestra della sua abitazione al terzo piano di un edificio a Tobollsk. Il suo corpo è stato trovato "nel cortile della sua casa in via Kedrovaya, mercoledì". Secondo il quotidiano 72, che cita una non meglio precisata fonte, "uno dei motivi più probabili" della sua morte potrebbero essere "i problemi cardiaci".
C'è chi ha subito notato che quando si tratta di morti in circostanze sospette, in Russia spesso si fa riferimento ai "problemi cardiaci". Di certo la lugubre lista delle morti sospette ormai è davvero lunga. Solo per citare alcuni casi, il più recente riguarda Anna Tsavera, 35 anni, vicedirettrice di Komsomolskaya Pravda, un tabloid che secondo varie fonti è molto apprezzato da Putin. All'inizio di dicembre è stata trovata morta dai suoi genitori nel suo appartamento di Mosca. Secondo fonti di polizia non sono state trovati segni di morte violenta.
Anche il suo capo, Vladimir Sungorkin, 68 anni, è morto improvvisamente, durante un viaggio d'affari nel settembre 2022. Il caso più clamoroso è però probabilmente quello di Ravil Maganov, presidente di Lukoil, la seconda più importante compagnia russa di petrolio e gas, che il primo settembre dello scorso anno è morto cadendo dalla finestra di un ospedale di Mosca. Non molto tempo prima si era espresso contro la guerra in Ucraina.
Anche il magnate delle salsicce diventato deputato Pavel Antov, a sua volta membro del partito di Putin, era finito nel mirino per un post contro la guerra pubblicato su WhatsApp, che lui aveva però rinnegato spiegandolo come uno "sfortunato malinteso e un errore tecnico". Il 24 dicembre sempre dello scorso anno è morto in India, precipitando dal terzo piano del suo hotel.
E ancora, lo scorso giungo, Kristina Baikova, 28 anni, affascinante vicepresidente della Loko Bank, è morta precipitando dalla finestra del suo appartamento all'undicesimo piano sul Boulevard Khodynsky, a Mosca. Se tre indizi fanno una prova, come scriveva Agata Christie, tanti morti in circostanze misteriose e tutte da chiarire fanno quantomeno pensare.
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