Israele all'attacco dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi: suoi dipendenti, è la gravissima accusa lanciata dai servizi segreti dello Stato ebraico, hanno partecipato agli assalti di Hamas del 7 ottobre scorso. Alla vigilia della riunione della Corte di giustizia dell'Aja, con Israele chiamato dal Sudafrica a rispondere di "tentato genocidio a Gaza", la radio militare ha denunciato che fra i miliziani di Hamas autori delle stragi del 7 ottobre "vi erano dipendenti dell'Unrwa". L'emittente ha citato informazioni arrivate allo Shin Bet e altre indicazioni in base alle quali l'Unrwa, pur essendo considerata un'organizzazione umanitaria, avrebbe cooperato in "attività terroristiche".
La guerra a Gaza ha inasprito lo scontro in atto da tempo e il portavoce militare israeliano ha più volte accusato l'Unrwa di aver fiancheggiato Hamas chiudendo gli occhi di fronte alle attività del gruppo terroristico. L'agenzia dell'Onu ha ribattuto negando le accuse e denunciando che Israele colpisce le scuole e i rifugi approntati per gli sfollati della Striscia. Nel suo servizio la radio militare ha menzionato "l'apertura di imbocchi all'interno delle scuole Unrwa che erano diretti verso i tunnel militari di Hamas, l'uso di edifici scolastici per immagazzinare mezzi da combattimento e testi di insegnamento che esaltano la lotta armata". Vari media israeliani hanno poi ripreso un rapporto della ong Un-Watch secondo cui in messaggi interni scambiati su Telegram fra dipendenti dell'Unrwa il 7 ottobre c'è stato un largo sostegno all'azione di Hamas. Israele ha anche messo on line, in previsione della riunione dell'Aja, un sito intitolato 'Oct. 7 2023, Hamas Massacre: Documentation of Crimes Against Humanity' con foto e video raccapriccianti delle stragi.
Al 96esimo giorno di conflitto, mentre Israele prosegue nei raid soprattutto al centro e al sud della Striscia, sembrano intanto riaprirsi spiragli di una trattativa sugli ostaggi. Non solo da parte del Qatar ma anche grazie al Cairo, dove è arrivata una delegazione israeliana. Anche se Hamas ha già gelato le speranze. La proposta del Qatar - giunta all'attenzione del gabinetto di guerra israeliano - prevede il rilascio dei prigionieri israeliani e l'esilio di alcuni dirigenti di Hamas, anche se la fazione resterebbe coinvolta in un non meglio precisato 'orizzonte politico' nell'enclave palestinese. La liberazione degli ostaggi avverrebbe a scaglioni, con il parallelo ritiro totale di Israele da Gaza.
"Colloqui sull'esilio delle forze della resistenza sono solo un'illusione", ha però ribattuto dal Libano l'esponente di Hamas Osama Hamdan, aggiungendo che "l'idea di disarmare la resistenza non è basata sulla realtà". Nella paziente tessitura diplomatica Usa - altro protagonista delle trattative per sbloccare lo stallo - il segretario di Stato Antony Blinken ha invece visto Abu Mazen, partito poi alla volta di Aqaba in Giordania per un incontro con re Abdallah e Abdel Fattah al Sisi. Al presidente palestinese, Blinken - contestato al suo arrivo a Ramallah da manifestanti che invocavano 'Palestina Libera' e 'Stop al genocidio a Gaza' - ha ribadito che la Casa Bianca è a favore di "passi tangibili" per la creazione di uno Stato palestinese. A lui Abu Mazen ha replicato che "Gaza è parte inseparabile dello Stato palestinese". "Non consentiremo alcun tentativo di sradicare il nostro popolo dalla Cisgiordania, da Gerusalemme e dalla Striscia", ha sottolineato il leader palestinese, impegnandosi comunque a "riformare" l'Anp, secondo quanto riferito dallo stesso Blinken.
Nei raid israeliani sulla Striscia, Hamas ha annunciato che in un attacco vicino all'ospedale Al-Aqsa Martyrs a Deir el-Balah, nel centro di Gaza, "sono state uccise e ferite almeno 40 persone". Mentre la Mezzaluna Rossa ha fatto sapere che Israele ha colpito un'ambulanza uccidendo "quattro paramedici". I morti totali nella Striscia denunciati da Hamas sono arrivati a 23.357. Anche il fronte con il Libano continua a infiammarsi, mentre gli Usa hanno fatto sapere di aver abbattuto 24 missili e droni degli Houthi lanciati sul Mar Rosso, altro teatro di operazioni contro Israele, in uno degli attacchi più grandi dei ribelli negli ultimi mesi.
I due giornalisti uccisi durante un raid israeliano vicino Rafah, nel sud della Striscia lo scorso 7 gennaio, "erano entrambi membri di organizzazioni terroristiche di Gaza attivamente impegnate contro le truppe israeliane", ha fatto sapere in serata il portavoce militare in base ad informazioni di intelligence. "Prima dell'attacco - ha spiegato la fonte - i due hanno azionato droni con una imminente minaccia per i soldati".
Thuria - secondo la fonte - faceva parte di Hamas mentre al Dahdouh era della Jihad islamica.
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