"Vogliamo sopravvivere, vivere, esistere". I focolai accesi dalla collera degli agricoltori si moltiplicano in tutto il continente. I blocchi nelle strade sono ormai decine. E la mobilitazione diventa un assedio non più soltanto a Parigi ma all'Europa intera. Dopo giorni di azioni muscolari in Francia, le proteste dilagano dal Belgio alla Germania, dall'Italia alla Grecia, fino a raggiungere la Spagna. Dove le principali sigle del settore hanno annunciato la loro discesa in campo, convocando una mobilitazione nazionale. Un grido unico di protesta per chiedere "un cambio nelle politiche europee". E al quale l'Ue - bersaglio di accuse incrociate al suo Green Deal, ai nuovi requisiti della Pac e all'accordo con il Mercosur - è pronta a rispondere con nuove misure che saranno presentate giovedì, quando il dossier planerà anche sul tavolo del vertice straordinario dei leader Ue. A precedere il confronto a Ventisette ci sarà però un faccia a faccia tra Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron cruciale per le sorti dell'intera protesta.
Simbolicamente parcheggiati a Square de Meus, a pochi metri dal quartier generale del Parlamento europeo, i primi trattori belgi - impegnati nel Paese con azioni di ostruzione culminate nel blocco del porto di Zeebrugge sul Mare del Nord - hanno raggiunto la capitale delle istituzioni Ue ventiquattro ore prima dell'arrivo dei capi di Stato e di governo. Redditi migliori, più flessibilità sugli standard ambientali, aiuti per rispondere agli effetti del cambiamento climatico e alle epidemie come l'aviaria, aumento dei prezzi del carburante e dell'energia, dazi zero sulle derrate dall'Ucraina: i fattori comuni del malcontento sono molteplici. E sotto i riflettori è finito anche l'accordo di libero scambio Ue-Mercosur, da anni al centro delle trattative con Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e ora a rischio di saltare sotto i colpi delle critiche di Parigi. Le norme, è l'attacco frontale di Macron, "non sono omogenee" rispetto agli standard europei. Anzi, il chiodo fisso francese è che l'intesa, aprendo il mercato ai prodotti provenienti da oltreoceano, danneggi le produzioni locali e contribuisca al disboscamento in Amazzonia. Ma a suscitare la rabbia degli agricoltori sono anche i nuovi requisiti della Politica agricola comune, quella Pac riformata nel 2021 che ora impone agli agricoltori di mantenere il 4% delle superfici a riposo per avere accesso ai fondi.
Tutti fattori che spingono Parigi a invocare - per bocca del primo ministro Gabriel Attal - "un'eccezione agricola francese" rispetto ai vincoli all'Ue. Dare "tutta la colpa" all'Europa però, nelle parole di Macron, sarebbe "semplicistico". Una mano tesa a Ursula von der Leyen che nelle prossime ore sarà chiamata a dare risposte concrete in prima persona. Anche per scacciare l'incubo di perdere una fetta di elettorato cruciale in vista delle Europee. Le prime misure sono attese nelle prossime ore con un piano sull'import del grano ucraino che, secondo quanto trapela da Palazzo Berlaymont, dovrebbe contenere clausole di salvaguardia automatiche a tutela soprattutto degli agricoltori di frontiera, quelli di Ungheria, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. Giovedì invece sarà la volta delle misure per i terreni a maggese, con una nuove deroga ai vincoli della percentuale minima di terreni da tenere a riposo dopo quella concessa lo scorso anno per tutelare la sicurezza alimentare dalle conseguenze della guerra in Ucraina.
Il faccia a faccia tra Macron e von der Leyen non sarà risolutiva ma darà l'indirizzo. Poi il confronto si sposterà al vertice dei leader Ue, già funestato dal veto di Viktor Orban sull'accordo sui 50 miliardi di euro di aiuti per l'Ucraina, dall'agenda inesorabilmente cambiata. I trattori minacciano di assediare Bruxelles e l'Europa Building. E i sovranisti - memori del successo messo a segno un anno fa dal Partito degli agricoltori olandesi (BBB) alle elezioni regionali - sono pronti a cavalcare l'onda.
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