La guerra si avvia verso il secondo anniversario e a Kiev, per la quarta volta, arriva l'alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell. "Sono qui per discutere con i nostri amici del costante sostegno europeo sul piano militare, su quello finanziario, con il nuovo fondo per l'Ucraina, e sul percorso di riforma verso l'Ue", spiega il capo della diplomazia europea. L'Europa, per una volta, arriva al giro di boa con maggiore slancio degli Stati Uniti e si appresta ad effettuare il primo bonifico a Kiev nel quadro del pacchetto di assistenza da 50 miliardi. "Come due anni fa sono convinta che l'Ucraina vincerà e che l'Europa resterà al suo fianco", ha ribadito la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a Strasburgo.
Nell'emiciclo dell'europarlamento si è infatti tenuto un dibattito proprio in occasione dell'inizio del terzo anno di guerra alla presenza sia di von der Leyen che di Charles Michel. Il presidente del Consiglio Europeo ha pure battibeccato con la sinistra estrema di The Left, che si lamentava per la retorica bellicista dell'Europa e si dichiarava "contraria" all'invio di nuove armi a Kiev. "Ma come volete che si difendano, gli ucraini, con delle pistole a acqua?" ha incalzato Michel.
La situazione sul campo resta tesa - ne sono consapevoli a Bruxelles - e dunque lo spazio per le celebrazioni del via libera da parte dei 27 ai fondi di emergenza non può che avere vita breve. Ora va chiuso il nuovo giro di sanzioni, per combattere l'elusione; trovare la quadra per gli aiuti militari comunitari da 5 miliardi l'anno attraverso l'Epf, il fondo europeo per la pace; andare avanti sull'uso degli asset congelati della Banca Centrale russa a favore dell'Ucraina, dove ci si muove con grande circospezione, specie da parte di Francia, Italia, Germania, ovvero i membri europei del G7.
La missione di Borrell cade peraltro in una fase molto delicata per l'Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky è determinato a rimpiazzare molte figure di vertice, tra cui l'amato capo delle forze armate Valeri Zaluzhny, nel tentativo di ridare impulso alle operazioni militari (e togliere di mezzo una figura ingombrante per il commander-in-chief ucraino).
Inoltre, se vuole davvero vincere la guerra, Zelensky sarà costretto a varare una nuova mobilitazione per rinsaldare il fronte, con tutte le complessità politiche del caso. L'alto rappresentante vedrà Zelensky, il primo ministro Denys Shmyhal, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e il ministro della Difesa Rustem Umerov, segnale che le consultazioni saranno di ampio spettro e respiro. Borrell poi si rivolgerà anche ai deputati della Verkhovna Rada.
Nel mentre, sempre a cavallo dell'anniversario, entra finalmente nel vivo Steadfast Defender, la mega-esercitazione della Nato disegnata per scoraggiare Mosca da idee balzane e testare uomini e mezzi dell'Alleanza nella prima vera operazione di deterrenza dalla fine della Guerra Fredda. Le truppe transatlantiche si misureranno allora con nemici immaginari penetrati in Polonia dal vicino Griseus (cioè la Bielorussia), attraversando la Vistola e mettendo in sicurezza il corridoio Suwalki. "Una delle lezioni apprese con la guerra in Ucraina - spiega il Generale di Brigata Gunnar Brügner - è che dobbiamo addestrarci meglio, dobbiamo investire nella preparazione".
"Steadfast Defender ci darà la possibilità di testare la prontezza delle truppe: il tempo corre, abbiamo ancora qualche anno per essere pronti", assicura Brügner. Per cosa? Perché la fantasia resti fantasia.
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