L'appello alla Russia ad "attuare misure per proteggere la Transnistria in condizioni di crescente pressione da parte della Moldavia" riporta nuovamente l'attenzione internazionale su questa entità separatista filorussa, lunga appena 200 chilometri e larga non più di 20.
Quasi mezzo milione di persone abitano questo stretto corridoio di terra, senza sbocco sul mare, situato a cavallo tra la Moldavia, da cui si separò nel 1990, e l'Ucraina.
L'autoproclamata Repubblica della Transnistria è un vero e proprio museo a cielo aperto dell'era sovietica, a maggioranza russofona, dove Mosca vi mantiene circa 1.500 soldati. A differenza della Moldavia ha mantenuto l'alfabeto cirillico, ha una propria valuta e proprie forze di sicurezza. Non è però riconosciuto come Stato dalla comunità internazionale, compresa la Russia, che tuttavia lo considera una testa di ponte non lontana dai confini dell'Unione Europea.
Fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un'economia che si basa sull'industria pesante e sui molteplici traffici, in particolare dal porto di Odessa, ma il tenore di vita resta molto basso. Il gruppo Sheriff, fondato all'inizio degli anni '90 da due ex agenti di polizia sovietici regolarmente accusati di corruzione, gode di un quasi monopolio economico e politico in questo territorio. Possiede supermercati, distributori di benzina e perfino una squadra di calcio, l'FC Sheriff, che, con sorpresa di tutti, si è distinta per il suo esordio in Champions League nel 2021-2022. Ma anche la famosa distilleria di cognac Kvint e un allevamento di storioni beluga da cui si produce un pregiato caviale. Nel 2015, il media investigativo Rise Moldova ha affermato che un terzo del bilancio del territorio è finito nelle casse di questo gruppo.
Nonostante il suo capitalismo sfrenato, in Transnistria dominano i simboli dell'era sovietica. Una statua di Lenin si trova nel centro della sua città principale, Tiraspol, e un busto del padre della rivoluzione bolscevica del 1917 fa la guardia davanti all'edificio del municipio che ha mantenuto il suo nome originale: la Casa dei Soviet. Sulla bandiera inoltre sono ancora impressi i simboli comunisti più conosciuti: la falce e il martello, nonché la stella rossa.
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