Per la prima volta dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas dopo gli attacchi del 7 ottobre, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato una risoluzione che chiede una tregua a Gaza. Il testo del documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e un'unica astensione, gli Usa, "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". Inoltre "si richiede che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute", e si sottolinea "l'urgente necessità di espandere il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili nell'intera Striscia, ribadendo la richiesta di eliminare tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, in linea con le norme del diritto internazionale umanitario".
La risoluzione "deplora" infine tutti gli attacchi contro i civili e gli atti di terrorismo, e ricorda che la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale, ma non contiene alcun riferimento esplicito ad Hamas. Fattore quest'ultimo che ha scatenato l'ira di Israele e provocato l'astensione di Washington, come ha spiegato l'ambasciatrice Usa Linda Thomas-Greenfield. In ogni caso dopo tre veti degli Usa e uno di Russia e Cina, finalmente il Consiglio di Sicurezza ha interrotto lo stallo sulla tregua a Gaza.
Il documento, come tutti quelli approvati dal Cds, ha carattere vincolante e dunque obbligatorio per gli Stati membri, mentre le risoluzioni dell'Assemblea Generale hanno un valore politico e simbolico ma non sono vincolanti. Questo non vuol dire che lo Stato ebraico sia disposto a rispettare quanto richiesto, visto che già molte volte in passato ha ignorato il contenuto di risoluzioni Onu, da quelle sullo stop agli insediamenti nei territori palestinesi occupati a quelle che riguardavano la soluzione dei due stati.
In generale, una delle risoluzioni più famose riguardo il conflitto israelo-palestinese è la181 del 1947, con cui l'Assemblea Generale propose di dividere la Palestina in due Stati, uno arabo e uno ebraico, con capitale Gerusalemme, messa sotto un regime internazionale speciale. Nel 1950, invece, l'Onu decise di fondare un'agenzia per dare aiuti e servizi essenziali ai Palestinesi che a causa del conflitto erano diventati rifugiati, l'Unrwa, finita oggi nel mirino di Israele. Dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, l'Onu con la risoluzione 242 invitò Israele a ritirarsi dai territori occupati, e a oggi questa risoluzione non è stata mai rispettata.
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