Bombardieri, sistemi avanzati di difesa aerea, droni superveloci: sono le armi su cui punta l'Iran per difendersi da un potenziale contrattacco di Israele sul suo territorio. Armi che arrivano dalla Russia: da quando gli iraniani hanno iniziato a fornire all'Armata rossa i micidiali droni kamikaze Shahed, lo zar del Cremlino ha messo a disposizione dei suoi amici ayatollah armamenti decisamente più sofisticati.
L'Iran è pronto "a colpire soprattutto con i caccia Sukhoi-24", ha ammonito oggi il capo delle forze aeree Hamid Vahedi alla parata dell'esercito rivolto a Israele, sottolineando al tempo stesso che la Repubblica islamica "è dotata di caccia più avanzati". E non è un caso: il Sukhoi-24 infatti è sì un bombardiere tattico supersonico ma è di era sovietica e i velivoli su cui può contare Teheran arrivano addirittura dall'arsenale dell'arcinemico Saddam Hussein. Aerei e piloti iracheni ripararono infatti in Iran sul finire dell'operazione Desert Storm, nel 1991, e da allora alcuni sarebbero stati modernizzati ma non è chiaro quanti siano operativi.
Insomma non sono certo queste le armi che possono spaventare gli squadroni di F-35 israeliani: Tel Aviv ne ha circa 70 dislocati nelle basi di Tel Nof e Nevatim, la stessa presa di mira dalla rappresaglia iraniana di sabato scorso. Per trovare qualcosa di più preoccupante per lo Stato ebraico occorre scavare nei meandri della proficua collaborazione che Teheran ha avviato con Mosca sulla scia della guerra in Ucraina.
A novembre scorso un comunicato pubblicato dalla Tass annunciava la conclusione dell'accordo per la fornitura dei Su-35s, caccia multiruolo russo di ultima generazione con una velocità e un raggio d'azione doppia rispetto al Sukhoi-24. La consegna era prevista entro il mese di marzo, nessuno sa se i velivoli siano già in Iran e soprattutto se siano pienamente operativi. Stamani inoltre alla parata a Teheran sono sfilati gli S-300, i sistemi avanzati di difesa aerea che proteggono le basi iraniane da caccia e missili, forniti da Mosca nel 2019 dopo una lunga querelle con la comunità internazionale.
Sistemi temibili, possono ingaggiare decine di bersagli simultaneamente, ma non quanto i fratelli maggiori S-400, che secondo l'intelligence occidentale sono in grado di tracciare e distruggere i caccia israeliani anche se dotati di tecnologia stealth - invisibili ai radar dunque - come gli F-35. Su questo fronte, dati e conversazioni segrete intercettate da gruppi hacker, rilanciate dal Washington Post, raccontano di un incontro tra una delegazione iraniana e un gruppo di produttori russi in una fabbrica, la Npp Start, nei pressi di Yekaterinburg, all'incirca un anno fa. Al centro dei colloqui contratti multimilionari, in molti casi da pagare in lingotti d'oro, forse anche gli S-400, fiore all'occhiello della produzione della fabbrica.
Mosca e Teheran lavorano poi a un nuovo tipo di drone, forse lo stesso, che sarebbe capace di dare la caccia e distruggere in autonomia i droni nemici, e che potrebbe segnare ulteriormente le sorti della guerra in Ucraina in favore dei russi. Oltre al Ms-237, un drone con l'impressionante velocità di oltre 600 chilometri orari, quasi come un missile da crociera. Che sarebbe già entrato in azione sul campo di battaglia ucraino.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA