Patriot americani e il Samp/T, il sistema di difesa aerea franco-italiano: è quanto reclama Kiev per proteggersi dal diluvio di fuoco russo che arriva dal cielo.
* I Patriot che potrebbero essere schierati in Ucraina "sono almeno 100", ha dichiarato giorni fa il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, una dato fatto proprio anche dal capo della diplomazia Ue, Josep Borrell.
Ma il segretario generale della Nato, Jens Stontelberg, è intervenuto per sottolineare che il numero di batterie in Europa è "un'informazione top secret" e che in ogni caso "sono significativamente" meno di 100. Il numero uno dell'Alleanza atlantica ha poi ricordato che sono gli Usa ad avere più sistemi di tutti: 300 le batterie operative capaci di lanciare 1.200 missili, alcune rischierate in Medio Oriente dopo l'inizio del conflitto tra Hamas e Israele. Washington "ha responsabilità globali", ha detto Stoltenberg, come volesse indicare a Kiev a quale porta bussare.
Il sistema di difesa aereo più avanzato dell'arsenale americano, divenuto celebre abbattendo gli Scud di Saddam Hussein, è capace di distruggere sia velivoli che missili balistici ed è composto da sei componenti principali: una mini centrale elettrica montata su due veicoli, un impianto radar, una stazione di inquadramento dei bersagli, le batterie di lancio, un'antenna e infine i missili intercettori, Pac-2 e Pac-3. Per ogni singola batteria di lancio vanno dispiegati almeno 90 soldati.
Sono 16 i Paesi ad avere in dotazione questi sistemi, oltre agli Usa ovviamente: lo si legge in una ricerca commissionata dal Congresso statunitense, che approva o meno le richieste di forniture estere. I numeri sono incerti, in base a quel che è stato possibile ricostruire. In Europa il numero maggiore di sistemi si contano in Germania, che ne ha 12, con oltre ottanta batterie di lancio. Gli altri Paesi nell'elenco americano sono la Grecia, i Paesi Bassi (3 sistemi modernizzati recentemente), la Spagna (6 batterie, a cui se ne aggiungono altre 4 ordinate a ottobre con 24 lanciatori), la Svezia (4), la Romania (7 ordinati, 4 già operativi), la Polonia (6 batterie ma il sistema ancora non è operativo). A questi si aggiungono: Giappone, Corea del Sud, Israele, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati, Taiwan, Baharein. E a sorpresa anche la Svizzera: la prima consegna è prevista a partire dal 2026.
Il costo dei Patriot si aggira sul miliardo di dollari, 400 milioni per il sistema e quasi 700 per i missili, spina nel fianco del sistema dal punto di vista economico. Lo scorso gennaio, l'agenzia della Nato che si occupa di armamenti ha annunciato il supporto a Germania, Paesi Bassi, Spagna e Romania per l'acquisto di 1.000 missili: il prezzo, scontato, è di 5,5 miliardi di dollari.
* Il Samp/T è stato invece sviluppato "a partire dai primi anni 2000 nell'ambito del programma italo-francese Fsaf (Famiglia di Sistemi Superficie Aria)", si legge sul sito dell'Esercito italiano. "L'attuale versione del Samp/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio". L'Italia ha in dotazione 5 batterie, una tra l'altro schierata in Turchia dal 2016 al 2019 contro missili balistici tattici provenienti dal territorio siriano. La Francia, che li chiama 'Mamba', ne ha 7. Nel giugno dello scorso anno la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron hanno annunciato la consegna a Kiev di una batteria, da allora operativa in Ucraina.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA