Il Consiglio di Stato francese è
chiamato a pronunciarsi sull'insolita richiesta di
un'associazione che reclama la restituzione della Gioconda, il
capolavoro di Leonardo Da Vinci esposto al Museo del Louvre.
Sollecitato da 'International Restitutions', misteriosa
associazione di cui si ignorano sia i responsabili sia la sede
sociale, il Consiglio di Stato di Parigi è chiamato a
''dichiarare insesistente'' la decisione di re Francesco I di
''appropriarsi' del celebre ritratto di Mona Lisa. International
Restitutions, che si presenta senza avvocato e dice di agire
''per conto dei discendenti degli eredi del pittore'', invoca,
in caso di vittoria, la ''radiazione'' del dipinto
dall'inventario del Louvre. In passato, l'associazione già mosse
simili richieste per quadri meno emblematici della Gioconda.
Tutte sistematicamente respinte. Contrariamente a tanti
capolavori strappati all'Italia dalle spoliazioni napoleoniche -
come 'Le Nozze di Cana' di Paolo Caliari detto il Veronese - la
Gioconda ha una storia diversa. Nell'inverno del 1516, Leonardo
venne infatti accolto Oltralpe dal re di Francia, Francesco I,
che si era appassionato al suo estro prodigioso. Tra i bagagli,
Leonardo aveva con sé alcuni rotoli dei suoi dipinti, tra cui la
Gioconda appunto (realizzata tra il 1503 e il 1506), che secondo
la versione ufficiale cedette al sovrano francese in cambio di
vitto, alloggio e un compenso. La Gioconda è dunque
legittimamente conservata al Louvre dal 1797 e dovrebbe restarvi
ancora a lungo.
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