Dal drastico divieto in Florida alla risposta dell'Arizona contro una legge del 1800, l'aborto è sempre di più al centro del dibattito e della campagna elettorale negli Stati Uniti con Joe Biden e i democratici che attaccano Donald Trump accusandolo di minacciare i diritti delle donne e i repubblicani spaccai tra moderati e pro-life.
Lo Stato governato da Ron DeSantis ha introdotto il 1 maggio uno dei divieti all'interruzione di gravidanza più severi negli Stati Uniti, dopo sei settimane, ad eccezione delle vittime di stupro, incesto o traffico di essere umani. Anche in questi casi estremi, tuttavia, per poter abortire la donna dovrà dimostrare la sua condizione presentando un documento, una denuncia alla polizia o la dichiarazione di un medico.
"In Florida entra in vigore un divieto estremo di aborto che vieta l'assistenza sanitaria riproduttiva prima ancora che molte donne sappiano di essere incinte", ha attaccato il presidente americano in una nota. "C'è una persona responsabile di questo incubo: Donald Trump". "Questo divieto si applica a molte donne prima ancora che sappiano di essere incinte, il che ci dice che gli estremisti che hanno scritto questo divieto non sanno nemmeno come funziona il corpo di una donna. Oppure semplicemente non gli interessa", ha incalzato la vicepresidente Kamala Harris che è diventata negli ultimi mesi la portavoce dell'amministrazione nella lotta a favore dei diritti riproduttivi.
Il tycoon, che cerca di eludere tutte le domande troppo specifiche sull'argomento, continua comunque a vantarsi che i giudici da lui nominati quando era alla Casa Bianca hanno consentito alla Corte Suprema di revocare il diritto nazionale all'aborto due anni fa, aprendo la strada ai 21 Stati che finora hanno introdotto divieti totali o parziali. La nuova e severa legge della Florida, che sostituisce il precedente divieto fissato a 15 settimane, crea un problema non solo per le donne locali ma per tutte quelle del sud che lì si recavano per poter abortire dopo che la maggior parte degli Stati meridionali ha imposto un divieto totale o parziale.
Diverso invece quello che è accaduto più o meno nelle stesse ore in Arizona dove, il Senato ha votato l'abrogazione di una controversa legge del 1864 che vietava quasi tutti gli aborti sin dal concepimento senza nessuna eccezione neanche per gli stupri o gli incesti. La misura per cancellare un provvedimento varato quando Abraham Lincoln era presidente è passata con 16 voti a favore, tutti i democratici più due repubblicani che hanno rotto con il partito, e 14 contrari e poi è stata firmata dalla governatrice democratica Katie Hobbs.
La vittoria ha galvanizzato gli elettori democratici e dato il via ad una campagna per presentare alle elezioni del prossimo novembre una misura sul diritto all'aborto in Arizona che sostituisca il divieto in vigore dal giugno del 2022 dopo la quindicesima settimana, anche in questo caso senza eccezioni per stupro e incesto. Mentre nel Grand old party ha creato una spaccatura tra gli attivisti pro-life che vogliono mantenere la legge in vigore e i repubblicani moderati che temono il contraccolpo politico.
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