Occorre facilitare "una immediata alternativa civile per il governo di Gaza nel dopo Hamas". Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz che ha incontrato oggi il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan.
Le parti hanno discusso la "possibilità di promuovere la normalizzazione con l'Arabia Saudita, che rafforzerebbe l'alleanza regionale contro l'Iran, e un'amministrazione guidata dagli Usa che insieme ai Paesi della regione si occuperebbe dei bisogni civili nella Striscia di Gaza".
Gantz ha comunque ribadito che "Israele è impegnato a continuare i combattimenti a Rafah e ovunque a Gaza finché non sarà eliminata la minaccia di Hamas e ci sia il ritorno degli ostaggi".
Il ministro della difesa Yoav Gallant ha confermato a Sullivan che Israele "ha l'obbligo morale" di smantellare i battaglioni di Hamas a Rafah e di riportare indietro gli ostaggi. Gallant ha anche illustrato a Sullivan "i piani intrapresi a Gaza che integrano le attività operative sul terreno. Ciò include sforzi significativi per evacuare la popolazione civile a Rafah, facilitare la fornitura di servizi umanitari e operare in modo preciso per evitare danni ai civili non coinvolti".
I due hanno anche discusso "le tensioni sul confine settentrionale di Israele" e Gallant ha denunciato "la continua aggressione di Hezbollah e il rifiuto di raggiungere una soluzione diplomatica" che mettono a rischio "di una significativa escalation".
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma intanto che almeno tre persone sono morte e altre otto sono rimaste ferite in bombardamenti israeliani che stamattina hanno colpito Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Raid vengono segnalati in queste ore dalla Wafa anche nelle città di Gaza, Khan Yunis e Jabalia, e nel campo profughi di Bureij. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 35.456 morti e 79.476 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.
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