A poche ore dalla decisione della Corte di giustizia internazionale dell'Aja sulla guerra a Gaza, l'Idf continuava ad operare a Rafah nel sud della Striscia e a Jabalya nel nord dell'enclave palestinese.
L'alto rappresentante Ue Josep Borrell ha chiesto a Israele di 'non intimidire' o 'minacciare' i giudici della Corte penale internazionale, dopo che il
procuratore capo della Cpi ha chiesto di emettere mandati di arresto contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme ai dirigenti di Hamas.
Nella città palestinese a ridosso dell'Egitto, l'Idf sta agendo - ha fatto sapere il portavoce militare - contro "obiettivi terroristici" e sono stati distrutti "depositi di armi e imbocchi di tunnel".
La stessa fonte ha detto che i soldati sono in azione a Jabalya dove in raid notturni "sono state colpite infrastrutture ed eliminati decine di postazioni di lancio e imbocchi di tunnel". Le operazioni proseguono anche nella parte centrale della Striscia.
Inoltre, l'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che dieci persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito un edificio residenziale nella città di Gaza
Trovati a Jabalya i corpi di tre ostaggi
L'Idf ha recuperato i corpi di 3 ostaggi israeliani, Hanan Yablonka, Michel Nisenbaum e Orion Hernandez, a Jabalya nel nord di Gaza. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che i 3 furono uccisi il 7 ottobre e portati a Gaza.
Gli ostaggi si chiamavano Michel Nisenbaum, 59 anni, Hanan Yablonka, 42 anni e Orión Hernández Rado, 30 anni. L'esercito ha spiegato che "sulla base delle informazioni verificate in nostro possesso, gli ostaggi sono stati assassinati durante il massacro del 7 ottobre e rapiti dall'incrocio del kibbutz Mefalsim" nel sud di Israele e portati "a Gaza dai terroristi di Hamas".
L'operazione di recupero - ha aggiunto - è avvenuta la scorsa notte in "un'operazione congiunta dell'Idf e dello Shin Bet sulla base di precise informazioni ottenute e analizzate negli ultimi giorni dal quartier generale della direzione dell'intelligence dell'Idf per gli ostaggi e le persone scomparse". All'inizio dell'operazione nella zona di Jabalya - nel nord di Gaza - " si sono svolti intensi combattimenti".
Uno dei 3 ostaggi, il cittadino franco-messicano Hernández Radoux, era il fidanzato di Shani Louk, la ragazza divenatata uno dei simboli della mattanza di Hamas del 7 ottobre. Il cadavere di Louk insieme a altri 3 è stato ritrovato a Jabalya la settimana scorsa. Lo riporta il Times of Israel. Hernández Radoux e Hanan Yablonka, l'altro ostaggio di cui hanno recuperato oggi il corpo, erano al festival musicale Nova vicino alla comunità di confine di Re'im quando è stata attaccata dai terroristi di Hamas. Erano fuggiti nella zona di Mefalsim dove sono stati assassinati e rapiti. Insieme agli altri ostaggi è stato ucciso anche Michel Nisenbaum, di Sderot. Stava andando alla base della Divisione di Gaza vicino a Re'im per andare a prendere sua nipote che era rimasta con il genero sottufficiale
"Insieme a Israele, mia moglie Sarah ed io chiniamo il capo con profondo dolore e abbracciamo le famiglie in lutto nel loro momento difficile". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu sul recupero a Gaza dei corpi di altri 3 ostaggi israeliani uccisi il 7 ottobre e portati nella Striscia. "Abbiamo il dovere nazionale e morale - ha aggiunto - di fare tutto il possibile per restituire le vite ed è quello che stiamo facendo. Lodo le forze dell'IDF e le forze di sicurezza che hanno agito con grande coraggio nel cuore del territorio nemico, per restituirli alle loro famiglie e alla sepoltura in Israele".
Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, si è espresso sugli ostaggi ritrovati. "Apprendo con immensa tristezza la morte del nostro connazionale Orión Hernández-Radoux, ostaggio di Hamas dal 7 ottobre. Penso alla famiglia e ai suoi cari. Siamo al loro fianco. La Francia resta più che mai impegnata per la liberazione di tutti gli ostaggi", ha scritto in un messaggio pubblicato su X.
Madrid protesta con Israele, 'Il nostro governo non è antisemita'
Il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares, ha annunciato che il governo protesterà con Tel Aviv per la decisione di impedire che il consolato generale in Israele assista i palestinesi in Cisgiordania e ha negato che nell'esecutivo spagnolo ci siano "antisemiti". "Daremo la risposta opportuna. L'obiettivo è continuare a dare assistenza ai palestinesi, ai quali abbiamo triplicato gli aiuti", ha detto Albares in un'intervista radiofonica a Rac1.
Albares ha assicurato che analizzerà l'annuncio fatto dal ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, in un messaggio in X in cui comunica la decisione di "interrompere il collegamento" tra il consolato spagnolo a Gerusalemme e i palestinesi "in risposta" al riconoscimento dello Stato della Palestina da parte di Madrid e a un "appello antisemita" da parte di un ministro spagnolo.
Il riferimento era al video della vicepremier con delega al Lavoro, Yolanda Diaz, in cui nel celebrare il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Madrid, affermava che "Palestina sarà libera dal fiume al mare", un'espressione che l'ambasciatrice di Israele in Spagna, richiamata a Tel Aviv, ha condannato come "uno slogan di Hamas", accusando la ministra di antisemitismo. Albares ha ripetuto che nel governo di Spagna non ci sono antisemiti" ma che "è tollerante, pluralista, diverso e non accetta nessun discorso di odio, incluso l'antisemitismo". "Dobbiamo fare uno sforzo e non permettere a nessuno di offuscare il discorso fino al 28 maggio", ha detto il capo della diplomazia spagnola, in riferimento alla data in cui il Consiglio dei ministri dichiarerà il riconoscimento dello Stato della Palestina.
Da parte sua, l'alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, ha detto che "ogni volta che qualcuno prende una decisione per appoggiare la costruzione dello Stato palestinese, la reazione di Israele è convertirla in un attacco antisemita". In un'intervista alla tv pubblica Tve Borrell ha commentato in questo modo la decisione del governo israeliano di vietare al consolato spagnolo di Gerusalemme di fornite aiuti ai palestinesi.
Borrell l'ha definita "una cattiva notizia". "E' una reazione alla decisione presa dal governo di Spagna e da altri governi europei del riconoscimento formale dello Stato della Palestina", ha rimarcato il capo della diplomazia europea.
Tre soldati americani feriti nella costruzione del molo galleggiante a Gaza
Tre soldati americani hanno subito ferite non legate al combattimento durante le operazioni di costruzione e gestione del molo galleggiante eretto al largo della costa della Striscia di Gaza per portare aiuti umanitari ai palestinesi. Lo riferiscono fonti militari Usa, citate oggi dai media americani e israeliani.
Uno dei soldati è ricoverato in gravi condizioni in un ospedale di Israele, mentre gli altri due hanno subito infortuni minori e sono già rientrati in servizio: lo spiega il viceammiraglio americano Brad Cooper, vicecomandante del Comando centrale (Centcom) militare degli Stati Uniti.
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