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Da Carroll a Stormy, il fattore donna contro il tycoon

Da Carroll a Stormy, il fattore donna contro il tycoon

I due processi e la questione aborto lo affondano nei sondaggi

WASHINGTON, 31 maggio 2024, 18:21

di Claudio Salvalaggio)

ANSACheck

Stormy Daniels © ANSA/EPA

Il processo per il caso pornostar rischia di far perdere a Donald Trump - secondo alcuni analisti - altri voti dell'elettorato femminile e quindi la Casa Bianca, mentre i sondaggi lo danno ai minimi in questa fascia demografica.

 

Le donne sono oltre il 50% dei votanti e la metà dei repubblicani. E milioni di donne in più rispetto agli uomini si sono registrate per votare negli ultimi cicli elettorali, avendo sempre la meglio sull'altro sesso in termini di affluenza alle urne in ogni elezione presidenziale dal 1964. Certo, il processo riguardava non la scandalosa notte di sesso con Stormy Daniels, bensì la presunta frode contabile ed elettorale per nascondere agli elettori la scappatella con la pornostar. Ma nell'immaginario collettivo resta la descrizione salace e imbarazzante di quella serata fugace in una suite d'albergo durante il torneo di golf a Lake Tahoe. Con Trump deriso dall'attrice hard per il suo pigiama da Hefner (il fondatore di Playboy) e sculacciato con la rivista dove si era appena vantato di essere in copertina, prima di consumare "nella posizione del missionario" il tradimento di Melania, all'epoca in dolce attesa di Barron. Non l'unico pare, come dimostra l'altro affair quasi contemporaneo evocato in aula con la coniglietta di Playboy Karen McDougal. Un reato morale, prima di tutto, in contrasto con i valori della destra evangelica che sostiene The Donald, tutta casa, chiesa e famiglia.

 

La rivelazione della storia, come ha testimoniato il suo ex fixer Michael Cohen, avrebbe avuto un impatto "catastrofico" per la candidatura del tycoon. Soprattutto con l'elettorato femminile, dopo la recente diffusione dell'audio di Access Hollywood in cui si vantava di poter afferrare per i genitali le donne grazie alla sua notorietà.

Trump ha sempre avuto un problema con le donne, per il suo atteggiamento machista, sessista, misogino. Quelle che non gli piacevano le chiamava "grosse scrofe e animali disgustosi".

 Stormy è diventata "horseface", faccia da cavallo. La sua ex rivale alla Casa Bianca Nikky Haley "birdbrain", "cervello di gallina". All'anchor di Fox News Megyn Kelly, che nel primo dibattito presidenziale del 2016 lo incalzò sul suo sessismo, disse che grondava sangue "dagli occhi e non solo", una volgarissima allusione al ciclo mestruale. Si sprecano le offese alla scrittrice Jean Carroll, il cui processo per diffamazione (per aver negato di averla abusata) ha contribuito a fargli perdere terreno tra le donne. Come quello per la pornostar. E come l'essersi attribuito il merito della cancellazione della sentenza Roe v Wade sull'aborto per aver cementato la maggioranza conservatrice della corte suprema: un tema che resta in cima alle priorità delle elettrici, come si è gia visto nelle elezioni di Midterm del 2022.

Che Trump faticherà in novembre col voto femminile lo dicono anche esperti e sondaggi. Nel 2016, secondo un'analisi del Pew Research Center, Trump conquistò il 39% delle donne, percentuale salita al 44% nel 2020 mentre Joe Biden ottenne il 55% del sostegno femminile. Ma, stando ad una rilevazione della Quinnipiac University, il tycoon ora ha il 36% delle donne, contro il 58% di Biden. Melania del resto si è defilata dalla campagna e non lo aiuta. Per questo non si esclude una vice donna. Altrimenti the Donald deve confidare nella memoria corta di un Paese sempre meno puritano, che ha perdonato e rieletto anche Bill Clinton dopo lo scandalo Lewinsky.
   

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