Attenti a quei due. Tra Donald Trump ed Elon Musk si sta cementando una alleanza politica che potrebbe incidere sulle presidenziali e, nel caso vincesse il tycoon, unire il destino dell'uomo piu' potente della terra con quello dell'uomo piu' ricco del pianeta. Con il controllo di una piattaforma globale come X e una fortuna personale senza pari, Musk è probabilmente il piu' importante 'business player' nella politica americana moderna. Ha il potere di influenzare gli elettori e lui stesso puo' vincere o perdere molto, dati i profondi legami delle sue aziende con il governo.
The Donald gli ha proposto un ruolo informale di consigliere se torna alla Casa Bianca, mentre il patron di Tesla sta facendo una campagna ombra nelle elite economiche contro Joe Biden, sostenendo di fatto il suo rivale, anche se per ora non ha dato alcun endorsement e non ha scucito un dollaro a favore di Trump.
Lo ha rivelato il Wall Street Journal mentre il tycoon è costretto a stare in tribunale a New York ad attendere per il secondo giorno consecutivo il verdetto della giuria nel caso pornostar, primo processo penale contro un ex presidente.
I due, che un tempo si insultavano, hanno cominciato a parlarsi al telefono diverse volte al mese dopo un incontro privato in marzo nella lussuosa tenuta in Florida dell'investitore miliardario Nelson Peltz, presenti anche i loro figli Barron e X. E' in quella occasione che hanno discusso un potenziale ruolo per Musk in una seconda presidenza Trump, come consigliere in particolare sull'economia e sulla sicurezza al confine contro l'ondata migratoria, due temi dove e' sceso in campo apertamente. La strana coppia ha toccato anche argomenti come la tecnologia e la scienza, compresa la Usa Space Force creata proprio dall'ex presidente. Dal canto suo il ceo di Tesla, insieme a Peltz, gli ha illustrato un progetto basati sui dati contro le frodi elettorali, facendo eco alle (false) accuse di brogli del 2020. Nel frattempo, secondo il Wsj, Musk ha cominciato una campagna segreta nei circoli finanziari e high-tech per convincere gli investitori a non sostenere Biden suggerendo come possono dare soldi a Trump senza esporsi, ad esempio tramite i super pac.
Il ceo di X aveva gia' servito nel gruppo consultivo di imprenditori della prima presidenza Trump ma poi si era dimesso nel 2017 non condividendo la decisione di uscire dall'accordo di Parigi sul clima. Ora si profila un incarico di consigliere non retribuito, come quello - sempre nel primo mandato di Trump - dell'ex presidente di Marvel, Isaac Perlmutter, al dipartimento veterani e del miliardario Carl Ichan, 'special adviser' per la riforma dei regolamenti federali, poi dimessosi per potenziali conflitti di interesse. Anche Musk potrebbe averne conflitti di interesse, e tanti: Space X ha contratti miliardari col Pentagono e con la Nasa, Tesla produce le auto elettriche contro cui si e' scagliato Trump (tutti argomenti di cui hanno parlato, compresa X, dove il miliardario vorrebbe far tornare il tycoon).
In passato Musk ha donato sia ai dem che ai repubblicani, votando per il partito dell'Asinello ma passando al Grand Old party nel 2022, dopo aver definito il partito democratico "il partito dell'odio e delle divisioni". All'inizio dell'ultima campagna elettorale aveva dato il suo endorsment al governatore della Florida Ron DeSantis. Da capire se la sua conversione politica sia dettata da motivi ideologici, come lui sostiene scagliandosi contro il "virus della cultura woke", o da interessi di bottega. Come ha fatto stringendo amicizia con leader di destra tra cui il presidente argentino Javier Milei, l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro e il premier indiano Narendra Modi, per garantire benefici alle sue aziende in questi Paesi.
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