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L'11 luglio l'annuncio della pena, ecco cosa rischia Trump

L'11 luglio l'annuncio della pena, ecco cosa rischia Trump

Dal carcere ai domiciliari e alla multa. Ma può essere eletto

WASHINGTON, 31 maggio 2024, 18:25

Redazione ANSA

ANSACheck

Trump - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti gli occhi sono puntati ora su Juan Merchan, il giudice di New York che dovrà decidere la pena per Donald Trump nel caso pornostar da annunciare l'11 giugno.

COSA RISCHIA - Il tycoon rischia da un massimo di 4 anni di carcere (in continuazione per i 34 capi di imputazione) alla 'probation' (ossia gli arresti domiciliari o la libertà vigilata), sino ad una multa. In vista di una possibile probation dovrà probabilmente sottoporsi ad un colloquio che includerà la sua storia personale e i suoi precedenti con la giustizia. In ogni caso, se tornasse alla Casa Bianca, non potrebbe graziarsi, trattandosi di reati statali e non federali.

Il giudice ha un'ampia discrezionalità ma secondo gli esperti è improbabile che condanni l'ex presidente alla galera, considerando la sua età, che è incensurato e che sarebbe un problema logistico e di sicurezza garantire la sua protezione in una prigione. Merchan inoltre ha già espresso la sua riluttanza a mandare in galera il tycoon quando ha violato il divieto di commentare contro le parti del processo: "E' l'ultima cosa che voglio fare", ha dichiarato, dicendosi consapevole del suo status di ex presidente e di candidato presidenziale in corsa, e delle "ampie implicazioni" che comporterebbe. Fino alla condanna definitiva Trump non sarà ancora un 'felon', un pregiudicato. La sua difesa ha 30 giorni per una prima impugnazione e sei mesi per un appello completo, con un iter che non si concluderà prima delle elezioni. Nel frattempo the Donald godrà di piena libertà.

PUÒ CORRERE ED ESSERE ELETTO - Trump potrà continuare a correre per la Casa Bianca ed essere eletto. La costituzione americana prevede solo che il presidente sia un cittadino Usa di almeno 35 anni e che abbia vissuto nel Paese per almeno 14 anni ma non vieta ai pregiudicati di essere eletti alla carica più alta. C'à anche un precedente: nel 1920 Eugene Debs, candidato alla Casa Bianca del Socialist Party, un partito minoritario, ottenne un milione di voti senza fare un solo comizio perché durante la campagna elettorale si trovava dietro le sbarre per una condanna a 10 anni di carcere per sedizione contro lo Stato (protestava contro una legge che limitava in certi casi il diritto di espressione). Ottenne poi un perdono presidenziale e fu rilasciato.

PUÒ VOTARE - Il tycoon potrà esercitare probabilmente il diritto di voto in Florida, dove risiede. Il Sunshine State consente infatti alle persone condannate di votare a seconda della legge in vigore nello Stato che ha inflitto loro la pena: in quello di New York non c'è alcun divieto, a meno che l'accusato non sia incarcerato.

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