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Le nozze dorate del duca di Westminster, fra lusso e veleni

Le nozze dorate del duca di Westminster, fra lusso e veleni

Ricchissimo aristocratico amico dei reali sposa la figlia di un banchiere. Blitz ecologista sorprende gli invitati

LONDRA, 07 giugno 2024, 18:25

Redazione ANSA

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Nozze del duca di Westminster e Olivia Henson © ANSA/EPA

Nozze del duca di Westminster e Olivia Henson © ANSA/EPA

Fiori d'arancio in uno sfarzo quasi regale oggi nel nord dell'Inghilterra per "il matrimonio dell'anno" fra i ranghi dell'aristocrazia britannica del sangue e di quella del censo. Evento salutato dall'entusiasmo e dall'attenzione persino morbosa della stampa patinata d'oltre Manica, seppure non al riparo da qualche traccia velenosa legata ai dissidi dinastici di casa Windsor e, soprattutto, dall'inatteso 'agguato' simbolico (senza conseguenze) teso agli invitati da due attiviste radicali della campagna ecologista 'Just Stop Oil'.

Protagonista della cerimonia è stato uno dei migliori partiti dell'isola, Hugh Grosvenor, 33enne VII duca di Westminster, ex scapolo d'oro del Regno noto per essere amico fraterno dall'infanzia dei 'giovani' reali, nonché figura di spicco del jet set e redditiere ricchissimo in forza dell'enorme patrimonio ereditato dal defunto padre assieme al titolo: un tesoro di proprietà immobiliari possedute a perdita d'occhio che lo colloca al 15esimo posto nell'ultima classifica del Sunday Times dei nababbi più facoltosi del Paese, al primo fra gli under 40, con una fortuna stimata in 10 miliardi di sterline (12,8 miliardi di dollari).

Hugh, che è stato padrino di battesimo sia del primogenito del principe William (George), sia di quello del principe Harry (Archie), e che fu figlioccio a sua volta dell'attuale re Carlo, si è sposato nella storica cattedrale di Chester, secondo il rito della Chiesa anglicana, con Olivia Hanson: sua fidanzata ufficiale da un anno, figlia di uno stockbroker della City con laurea in lingue (italiano e spagnolo) alle spalle. Una manna per gli appassionati di gossip d'alto bordo, dei lussi vetero-nobiliari fuori dalla portata dei comuni mortali, delle cronache rosa collaterali alle vicende della famiglia reale britannica. A cominciare dai media più tradizionalisti del Regno, tabloid in testa, pronti a seguire passo passo "l'evento" fin dallo spostamento della sposa, in abito bianco con lungo strascico, verso la chiesa a bordo d'una Bentley d'epoca d'ordinanza.

"Un matrimonio reale in tutto tranne che nel nome", secondo il Daily Telegraph, macchiato - letteralmente - solo dal blitz di due dimostranti ambientaliste, impegnate a denunciare "l'emergenza climatica" anche in faccia al 'bel mondo', le quali sono state capaci di prendere di sorpresa il servizio d'ordine e di spruzzare con un paio di estintori polvere colorata addosso agli ospiti che si erano radunati fuori dalla cattedrale alla fine del rito in attesa dei neo-sposi. Riuscendo per di più a 'colpire' - prima d'essere rapidamente portate via dalla polizia - mentre si affacciava all'uscita proprio l'erede al trono, di fronte a qualche centinaio di curiosi assiepati dietro una transenna.

Fra i 400 invitati selezionati non è mancata a dar lustro reale, oltre a William (ovviamente senza Kate, alle prese con le terapie per il cancro diagnosticatole nei mesi scorsi), la principessa Eugenie di York. Mentre è rimasto assente come previsto Harry, secondogenito di Carlo III e della defunta lady Diana, sullo sfondo dei contrasti familiari alimentati - in particolare col fratello - dallo strappo dalla Royal Family nel 2020 e dal suo trasferimento negli Usa con la consorte Meghan.

La stampa popolare - ostile al duca di Sussex e nel mirino dalla crociata legale del principe cadetto con accuse d'intercettazioni e interferenze nella privacy - aveva ipotizzato a fine 2023 che Harry non sarebbe stato addirittura invitato da Hugh, pur legatissimo a lui, per evitare imbarazzi.

Ipotesi poi rivelatasi falsa, con la conferma di un invito formale seguito comunque dal forfait: non si sa se suggerito in qualche modo al 'reprobo' per ragioni d'opportunità, se dipeso da una scelta individuale o - a voler dar credito all'ultima malignità dei tabloid - se legato al fatto che egli possa essersi sentito offeso per il ruolo di "usher" (sorta di maestro di cerimonie) attribuito al delfino e non a lui.

Sospetto peraltro privo del minimo riscontro, dopo che le stesse testate avevano dato per certa nei mesi scorsi la notizia, infondata alla prova dei fatti, che William sarebbe stato designato in effetti come "best man", ossia testimone di nozze dello sposo: in posizione di ancor maggiore visibilità.

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