"Siamo arrivati sin qui per esplorare la luna e la cosa più importante che abbiamo scoperto è la Terra". Con queste toccanti parole l'astronauta Bill Anders commentò la storica fotografia che scattò la vigilia di Natale del 1968 dall'Apollo 8: il nostro pianeta che come una biglia bianca e blu sorge dalla luna e si staglia nell'oscurità.
Venerdì l'autore di quell'immagine iconica - che ha ispirato l'Earth day e il movimento globale per la protezione dell'ambiente - è morto nello schianto dell'aereo che stava pilotando a 90 anni suonati.
L'incidente è avvenuto nello Stato di Washington, al largo dell'isola di Jones: secondo la Federal Aviation Association, a bordo del velivolo c'era solo Anders. "Ha regalato all'umanità uno dei doni più profondi che un astronauta possa dare. Ha viaggiato fino alla soglia della luna e ci ha aiutato a vedere qualcos'altro: noi stessi", ha dichiarato il direttore della Nasa Bill Nelson. "Era un grande pilota e ci mancherà terribilmente", ha aggiunto il figlio Greg.
Anders ha volato nello spazio solo quella volta, in un viaggio che dai partecipanti è stato poi ricordato come "snervante", la prima volta che un'astronave con a bordo delle persone ha lasciato l'orbita terrestre bassa. Quando l'Apollo 8 è arrivato a destinazione, i controllori di voli di Houston hanno cominciato a chiedere che aspetto avesse la luna e la risposta degli astronauti fu semplicemente "è grigia". A un certo punto il capitano della missione Frank Borman ribaltò la navetta e la vista cambiò completamente. "Sono stato il primo a vedere la Terra ed ho esclamato Wow!", raccontò Anders nel 2015 a proposito di quel momento. Gli astronauti ovviamente cominciarono a fotografare quell'immagine incredibile, qualcuno lesse persino dei passaggi dal libro della Genesi, ma solo un astronauta ebbe l'intuizione di usare un rullino a colori per immortale il bianco e il blu del nostro pianeta. "Non avevo idea di come mettere a fuoco sia la Terra che la luna quindi ho cominciato a scattare a mitraglia", rivelò poi Anders.
La foto fu chiamata 'Earthrise', gioco di parole tra alba ('sunrise') e la parola terra, e da allora fu pubblicata su migliaia di giornali, copertine di riviste, francobolli. Ancora oggi è una delle immagini più riconoscibili tra quelle scattate nello spazio. Dopo quella missione Anders è stato uno dei piloti di riserva per lo sbarco sulla luna dell'Apollo 11 ma non è mai partito e nel 1969 si è ritirato dalla Nasa. E' stato il primo presidente della Nuclear Regulatory Commission e quindi ambasciatore degli Stati Uniti in Norvegia negli anni '70 ma dopo lo spazio il volo è sempre stata la sua grande passione tanto che continuava a pilotare aerei a 90 anni. Lascia la moglie, sei figli e 13 nipoti.
Anni dopo lo scatto che lo ha consegnato alla storia confessò di aver capito la ragione del successo della fotografia. "E' il contrasto con la luna. Vedere quell'orizzonte così brullo e ostile ci ha fatto pensare che alla fine viviamo davvero su un bellissimo piccolo pianeta".
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