I rappresentanti permanenti dell'UE non sono riusciti a concordare nuove sanzioni contro la Russia a causa della posizione della Germania. Lo riferisce Politico.
"Berlino è preoccupata per l'ampliamento di una misura che costringerebbe le aziende dell'Ue a garantire che i loro clienti non possano vendere beni sanzionati a Mosca", scrive il quotidiano, spiegando che "la Germania teme che le sue piccole imprese soffriranno se la misura verrà estesa a prodotti di uso civile come quelli chimici o le attrezzature per la lavorazione dei metalli".
Politico ricorda che in precedenza la cosiddetta clausola che vietava le forniture alla Russia si applicava solo alle armi da fuoco, all'equipaggiamento militare e ai beni a duplice uso che hanno applicazioni sia militari che civili. Berlino ha anche "impedito la chiusura di una via di scambio che consente il trasporto di beni di fascia alta, comprese le auto di lusso, in transito dalla Bielorussia alla Russia", ha aggiunto Politico.
La Commissione europea è in trattative con la cancelliera tedesca per convincere Berlino a revocare il suo veto. All'incontro dei rappresentanti permanenti è stato preso in esame il 14mo pacchetto di sanzioni anti-russe dell'Unione Europea.
Scholz: 'Riserve sì, ma nessun blocco'
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha confermato le riserve di Berlino sul quattordicesimo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia, ma ha respinto le accuse di ostruzionismo al tavolo negoziale.
"No, non stiamo bloccando le sanzioni, come per tutti gli altri pacchetti stiamo lavorando intensamente con tutti gli altri e vogliamo garantire che tutto venga gestito nel modo più pragmatico possibile", ha detto ai microfoni delle principali tv tedesche a margine del G7 a Borgo Egnazia.
Le misure sul tavolo dei Ventisette puntano in particolare a impedire a Mosca di aggirare le sanzioni per comprare tecnologia occidentale con cui la sua industria bellica potrà produrre armi per la guerra in Ucraina. Berlino teme che il divieto di esportare beni sanzionati possa essere esteso a materiale ad uso civile, come i prodotti chimici o le attrezzature per la lavorazione dei metalli, danneggiando le così le pmi tedesche.
Scholz ha affermato di voler garantire che l'economia tedesca orientata all'export sia messa nella posizione di continuare a operare. Incalzato sul blocco al tavolo Ue, il cancelliere ha respinto categoricamente il paragone con l'Ungheria di Viktor Orban e i suoi veti: "E' una totale assurdità", ha tagliato corto.
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