Il cofondatore di WikiLeaks, Julian Assange, 53 anni, tornerà in Australia da uomo libero dopo aver combattuto per oltre un decennio contro l'estradizione negli Stati Uniti con l'accusa di spionaggio.
Nato a Townsville, nello stato australiano del Queensland, fonda nel 2006 Wikileaks, l'organizzazione che pubblicava materiale riservato, ma è nel 2010 che Assange raggiunse la ribalta mondiale, per aver pubblicato una serie di documenti secretati ricevuti da Chelsea Manning, un'ex soldatessa dell'esercito americano. Tra i file c'era il video del 2007 di un attacco di un elicottero Apache delle forze americane a Baghdad che uccise 11 persone, tra cui due giornalisti della Reuters. Il governo degli Stati Uniti avviò un'indagine penale sulle fughe di notizie e alla fine Manning fu condannata e incarcerata, anche se in seguito la sua pena è stata commutata.
Nel novembre del 2010, WikiLeaks diffuse oltre 250.000 dispacci diplomatici statunitensi, che furono pubblicati da alcuni grandi media internazionali, che contenevano analisi diplomatiche di leader mondiali e valutazioni dei diplomatici sui paesi ospitanti e sui loro funzionari.
Assange, su cui pendeva anche un mandato di arresto svedese per due distinte accuse di violenza sessuale, si rifugia nel 2012 nell'ambasciata dell'Ecuador dove viene arrestato nel 2019.
Condannato a 50 settimane di carcere per aver violato le condizioni della cauzione da allora è stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra.
Una vicenda rocambolesca e da molti considerata come una battaglia per la libertà di stampa, battaglia che si è combattuta a colpi di richieste di estradizione da parte degli Usa e di appelli presso l'Alta Corte britannica. Famosa la scena del fondatore di WikiLeaks che nell'agosto 2012, rivolgendosi ai giornalisti dal balcone dell'ambasciata, chiese agli Stati Uniti di abbandonare la "caccia alle streghe".
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