La Russia ha inviato al fronte in Ucraina circa 10.000 immigrati recentemente naturalizzati dopo aver intensificato gli sforzi per imporre la registrazione per il servizio militare tra i suoi nuovi cittadini, come è previsto dalla Costituzione. Lo ha reso noto il capo del comitato investigativo della Federazione Russa, Oleksandr Bastrykin, come riporta Interfax.
Bastrykin ha spiegato che più di 30.000 stranieri a cui è stata recentemente concessa la cittadinanza russa non si sono registrati per il servizio militare. "Abbiamo iniziato ad attuare le disposizioni della Costituzione e delle nostre leggi, secondo cui le persone che hanno ricevuto la cittadinanza (russa) devono registrarsi per il servizio militare e prendere parte all'operazione militare speciale qualora si presentasse tale necessità", ha detto Bastrykin.
Gli investigatori "hanno già identificato oltre 30.000 persone che hanno ricevuto la cittadinanza ma non hanno voluto registrarsi per il servizio militare e le hanno iscritte nel registro militare", ha aggiunto. "Circa 10.000 di loro sono già stati inviati nella zona operativa militare speciale", ha sottolineato, precisando che queste persone vengono inviate in unità lontane dalla prima linea, che costruiscono fortificazioni nella zona delle operazioni militari speciali.
Le forze russe hanno lanciato intanto sull'Ucraina la notte scorsa 23 droni kamikaze e sei missili di vario tipo, incluso un 'Kinzhal' supersonico: lo ha reso noto su Telegram l'Aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che cinque missili e tutti i 23 droni sono stati abbattuti dalle difese aeree ucraine.
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