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L'Iran: 'Se Israele attacca il Libano l'annientiamo'

L'Iran: 'Se Israele attacca il Libano l'annientiamo'

'Critici prossimi giorni per tregua a Gaza'. Stati Uniti al lavoro

29 giugno 2024, 17:55

di Massimo Lomonaco

ANSACheck
Israele continua le operazioni militari nella parte centrale e meridionale della Striscia © ANSA/EPA

Israele continua le operazioni militari nella parte centrale e meridionale della Striscia © ANSA/EPA

Nuove minacce dell'Iran a Israele. Se l'Idf attaccherà il Libano, e gli alleati Hezbollah, Teheran comincerà una "guerra di annientamento" contro il "regime sionista". La rappresentanza all'Onu del regime degli ayatollah ha ammonito che è allo studio il "pieno coinvolgimento di tutti i fronti della resistenza", ovvero gli Houthi, Hamas, le milizie siriane e irachene e la Cisgiordania. Una possibile guerra totale con gli Hezbollah - che dall'8 ottobre lanciano razzi e droni su Israele - ha rivelato dunque la vera posta in palio, come più volte ha denunciato lo stato ebraico: un conflitto diretto con Teheran. "Nonostante l'Iran - ha spiegato la rappresentanza al Palazzo di Vetro su X - consideri la propaganda del regime sionista sull'intenzione di attaccare il Libano una guerra psicologica, se lanciasse un'aggressione militare su vasta scala, inizierà una guerra di annientamento. Tutte le opzioni, compreso il pieno coinvolgimento di tutti i fronti della Resistenza - ha ribadito - sono sul tavolo".

Il ministro degli esteri ad interim di Teheran Ali Bagheri ha poi aggiunto che "la resistenza libanese (sostenuta dall'Iran) è in grado di fermare la continuazione dei crimini del regime e di prevenire la diffusione di tensioni in Libano e nella regione, cosa importante per la stabilità della regione e del mondo". Il destino di uno scontro tra Israele e gli Hezbollah - anche oggi ci sono stati razzi e droni dal Libano e i raid dell'Idf - sembra tuttavia legato ai negoziati per una possibile tregua a Gaza, dove si è arrivati al 267/esimo giorno di guerra. Fonti hanno spiegato al sito Ynet che i prossimi giorni saranno "critici" per la trattativa sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Le stesse fonti hanno anticipato che gli Usa e i mediatori di Egitto e Qatar dovranno esercitare "molta pressione" su Hamas per ottenere una risposta positiva da parte del leader della fazione a Gaza Yahya Sinwar alla road map rilanciata dal presidente Biden.

Le stesse fonti hanno tuttavia avvisato che "con Sinwar" nessuno può sapere quale "sia la risposta". Ma hanno sottolineato che se si raggiungesse una tregua a Gaza, questo avrebbe un beneficio anche sul conflitto a nord con gli Hezbollah. Per quanto riguarda lo stato dei colloqui - da tempo oramai congelati dopo le speranze iniziali - il sito Axios ha fatto sapere che gli Usa, nel tentativo di rilanciarli, hanno formulato "un nuovo linguaggio" per alcune parti della possibile intesa.

Le modifiche - elaborate insieme ai mediatori di Qatar e Egitto - si riferiscono alla prima delle 3 fasi di cui è composta l'intesa secondo la road map. Una parte sulla quale si è incagliata la trattativa, visto che prevede un cessate il fuoco temporaneo e il rilascio degli ostaggi israeliani. Lo scopo delle modifiche - hanno spiegato le fonti ad Axios - è garantire le condizioni per l'attuazione della seconda fase dell'accordo, che include "il raggiungimento di una "calma sostenibile" a Gaza.

Hamas - come ha ribadito la fazione - vuole da subito un cessate il fuoco continuo e il ritiro dell'esercito da Gaza. Fatto sta che il dossier ostaggi sta dividendo Israele, dove si susseguono la proteste a favore di una qualsiasi intesa che porti del loro rilascio e anche alla caduta per un cambio di governo con nuove elezioni. E Benyamin Netanyahu appare sempre più in forte calo di popolarità: secondo un sondaggio della tv Canale 12, il 66% degli israeliani (circa 2/3 del campione, non vuole che il premier - il più longevo della storia di Israele - si ripresenti al voto. Anzi vuole proprio che lasci la politica.

 



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