Armonizzare gli interessi
economici e la conservazione degli oceani di fronte alla sfida
dei cambiamenti climatici, è uno dei temi a cui lavora il gruppo
di approfondimento Oceani 20 (O20), che si riunisce oggi per
preparare proposte in vista del vertice O20 di settembre e del
summit G20 di novembre, che si terranno entrambi a Rio de
Janeiro.
Le discussioni dell'O20 sono iniziate nel 2022, in Indonesia,
e sono culminate con l'istituzionalizzazione del gruppo
quest'anno, con la presidenza brasiliana del G20.
Il gruppo è coordinato dalla Cattedra Unesco per la
sostenibilità degli oceani in collaborazione con il Global
Compact delle Nazioni Unite, il Forum economico mondiale, il
Fondo brasiliano per la biodiversità, l'Istituto nazionale per
la ricerca oceanica e la Woods Hole Oceanographic Institution,
oltre a numerosi altri partner.
Secondo Alexander Turra, professore presso l'Istituto
Oceanografico dell'Università di San Paolo e coordinatore della
Cattedra Unesco, nel sottolineare l'ingresso della tematica, per
la prima volta, nell'agenda del G20 spiega: "L'oceano è una via
di trasporto per il 90% del commercio mondiale, la spina dorsale
di Internet (con i cavi sottomarini) e genera più di 3 miliardi
di posti di lavoro. Se l'oceano fosse un Paese, sarebbe la
settima economia mondiale. Pertanto, ogni decisione presa dai
membri del G20 avrà un grande impatto e contiamo sulla comunità
oceano-clima per costruire collettivamente l'oceano che
vogliamo, data l'attuale emergenza climatica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA