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La Knesset vota contro lo stato palestinese, ira Abu Mazen

La Knesset vota contro lo stato palestinese, ira Abu Mazen

'Così non può esserci pace'. Scontro Netanyahu-Usa su Rafah

TEL AVIV, 18 luglio 2024, 22:46

Massimo Lomonaco

ANSACheck
Israeli Prime Minister Netanyahu addresses the Knesset © ANSA/EPA

Israeli Prime Minister Netanyahu addresses the Knesset © ANSA/EPA

Israele vota contro la nascita di uno stato palestinese perchè "ora sarebbe una ricompensa per Hamas". La Knesset, a schiacciante maggioranza, ha approvato una risoluzione che boccia questa eventualità con una mossa in aperta opposizione alla politica della comunità internazionale schierata - a cominciare dagli Usa di Joe Biden - per la soluzione a due Stati. La scelta della Knesset ha provocato l'ira di Ramallah: il portavoce di Abu Mazen ha ammonito che "non c'è pace nè sicurezza per nessuno senza l'istituzione di uno stato palestinese in conformità con la legge internazionale". La risoluzione ha avuto 68 voti a favore (su 120) ed è stata appoggiata dalla coalizione di destra del governo del premier Netanyahu ma anche dall'opposizione di destra al suo esecutivo e dal partito centrista di Benny Gantz. Il leader dell'opposizione Yair Lapid e i suoi deputati sono usciti dall'Aula al momento del voto per non schierarsi.

A esprimersi contro sono stati in 9: i rappresentanti dei Laburisti e dei partiti arabi. Il testo è anche un deciso passo in avanti rispetto ad uno dello stesso tenore, avanzato dal premier in persona lo scorso febbraio, e approvato a larghissima maggioranza. Quest'ultima risoluzione infatti si limitava a bocciare una possibile nascita dello stato palestinese varata "unilateralmente" o dall'Anp o da paesi esteri, come poi è avvenuto. La decisione di oggi della Knesset sancisce invece "una opposizione di principio" israeliana ad uno stato palestinese. L'eventualità - è scritto nella Risoluzione -"incoraggerebbe Hamas e i suoi sostenitori a considerare questo come una vittoria, grazie al massacro del 7 ottobre, e sarebbe un preludio alla presa del potere dell'Islam jihadista in Medio Oriente".

"La decisione - ha ribattuto Abu Rudeina - conferma l'insistenza di Israele e del suo governo nel voler gettare l'intera regione nell'abisso". La mossa della Knesset è avvenuta a pochi giorni del viaggio di Netanyahu negli Usa dove il 22 incontrerà Biden alla Casa Bianca mentre il 24 parlerà al Congresso. Al 286/esimo giorno di guerra, l'Idf ha continuato le sue operazioni a Gaza e sembra concentrarsi sempre di più sull'eliminazione dei comandanti di Hamas e della Jihad islamica. Si apre intanto un nuovo scontro tra Netanyahu e gli Usa. Il premier - che è stato a Rafah - ha definito "essenziale" il controllo da parte di Israele del 'Corridoio Filadelfia' (la striscia tra Gaza e l'Egitto) e del valico di Rafah. Gli Usa invece - che secondo l'agenzia Bloomberg hanno già incontrato alti funzionari israeliani su dossier - si stanno muovendo per dare quel controllo alla Ue e ai palestinesi. E da Bruxelles la neo confermata alla guida della Commissione Ue Ursula von del Leyen ha invocato che "lo spargimento di sangue a Gaza deve fermarsi, qui e ora".

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