Il vicepremier e ministro degli Esteri condanna l'uso della forza da parte del regime di Nicolás Maduro nei confronti dei manifestanti. Al proposito - si legge in una nota della Farnesina - Tajani ha espresso ferma condanna per le misure detentive adottate nei confronti di cittadini venezuelani, tra cui anche italo-venezuelani, e forte preoccupazione anche per le limitazioni alla libertà di stampa in corso in Venezuela: "Rivendichiamo il diritto all'informazione per i giornalisti locali, italiani ed internazionali attualmente nel Paese".
L'Argentina riconosce González presidente del Venezuela
Il governo dell'Argentina riconosce l'oppositore Edmundo González Urrutia come presidente eletto del Venezuela. Lo riferisce su X la ministra degli Esteri, Diana Mondino. "A diversi giorni dalla pubblicazione dei verbali elettorali ufficiali del Venezuela" da parte delle opposizioni "possiamo tutti confermare, senza dubbio, che il legittimo vincitore e presidente eletto è Edmundo González", ha scritto Mondino. La decisione segue quella analoga degli Stati Uniti che con il segretario di Stato Usa Antony Blinken hanno riconosciuto la presenza di "prove schiaccianti" del fatto che González Urrutia "abbia ottenuto la maggioranza dei voti". All'indomani della contestata proclamazione di Nicolas Maduro come presidente eletto - avvenuta senza la pubblicazione di documenti ufficiali da parte delle autorità - le opposizioni hanno lanciato una piattaforma in cui hanno pubblicato le immagini dei verbali delle urne, scattate al termine degli scrutini, che mostrerebbero un netta vittoria di González. Dati, firmati anche dai rappresentanti di lista del Partito socialista unitario di venezuela (Psuv), che il Consiglio nazionale elettorale (Cne) continua a non voler mostrare nonostante le pressioni internazionali.
Ong, in Venezuela sale a 21 il bilancio dei morti nelle proteste
L'ong venezuelana Victim's Monitor ha reso noto che fino a ieri sono stati registrati 21 morti, di cui quattro non identificati, oltre a decine di feriti, nel contesto delle proteste scoppiate nel Paese dopo che il Consiglio nazionale elettorale, senza mostrare i risultati dettagliati degli scrutini, ha dato come vincitore Nicolás Maduro alle presidenziali del 28 luglio. Il maggior numero di decessi viene segnalato nello Stato di Aragua (cinque), seguito dal Distretto Capitale con quattro, Miranda e Zulia con due ciascuno. A Yaracuy, Bolívar, Carabobo e Táchira è rimasta uccisa una persona per Stato.
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