La procura federale tedesca ha convalidato il fermo e confermato il sospetto: il siriano di 26 anni, che si è consegnato alle forze dell'ordine per la strage di Solingen "condivide l'ideologia di Isis" e si è "unito" all'organizzazione terroristica prima del 23 agosto. Nella città tedesca del Nordreno-Westfalia, due giorni dopo il massacro che ha trascinato nel lutto una comunità in festa per il giubileo dei 650 anni, si piangono i morti e si elabora lo shock fra celebrazioni religiose e riti collettivi. Fiori, candele accese e messaggi davanti alla piazza del mercato, ancora transennata dalla polizia per le indagini. E ai tedeschi arrivano anche le parole del presidente Sergio Mattarella, che ha espresso il cordoglio "per il vile attentato che ha insanguinato la città di Solingen, suscitando orrore e profonda tristezza". Mentre in serata hanno sfilato per le strade cortei di ideologie opposte: l'Antifa e i giovani di Afd, il controverso movimento della Junge Alternative, monitorato dai servizi.
Nella tragedia c'è almeno una buona notizia: le quattro persone fino a ieri in pericolo di vita sono uscite dalla situazione di rischio, come ha annunciato all'ANSA la polizia di Duesseldorf.
E fra gli otto feriti, sei uomini e due donne, non ci sono italiani, viene anche confermato. Sulle tre vittime di questa ordinata cittadina da 161.000 abitanti, famosa peraltro proprio per i suoi coltelli, nella Repubblica s'infiamma il dibattito politico. A surriscaldare gli animi, a una settimana dalle elezioni in Sassonia e Turingia dove l'ultradestra è in netto vantaggio, anche la circostanza che l'attentatore avrebbe dovuto essere espulso nel 2023. Ed è la Bild, in serata, a scrivere che questo non sarebbe accaduto a causa del lassismo degli enti addetti alle procedure. A Bielefeld, dove era arrivato a dicembre del 2022, il siriano non aveva ottenuto il diritto di asilo e avrebbe dovuto essere rimandato in Bulgaria. Chi avrebbe dovuto reperirlo però "bussò alla sua porta soltanto una volta". E quattro giorni dopo la scadenza della misura, il giovane - evidentemente ben guidato - ritirò il ricorso sul trasferimento, riuscendo poi ad ottenere una "protezione sussidiaria".
Al Hasan, che non figurava nella lista dei soggetti pericolosi della scena islamista si era evidentemente radicalizzato: la procura di Karlsruhe, dove oggi è stato trasportato in elicottero da agenti pesantemente armati, ha scritto in una nota: "è fortemente sospettato di far parte dell'Isis", per lui viene disposta la detenzione preventiva. "Issa Al H condivide l'ideologia dell'associazione terroristica straniera "Stato Islamico" e si è unito all'organizzazione in un momento non meglio specificato precedente al 23 agosto- si legge ancora -. A causa delle sue convinzioni radicali islamiste era arrivato alla conclusione di uccidere un numero possibilmente grande di persone dal suo punto di vista infedeli alla festa di Solingen il 23 agosto. Sul posto con un coltello ha colpito ripetutamente dietro la schiena, mirando al collo e alle parti superiori del corpo i visitatori del festival".
A Solingen si consumano rabbia e dolore. "Grazie Merkel, partito dei verdi", si legge in uno dei messaggi fra i fiori. La pressione sul governo è molto forte, lo scontro politico si inasprisce. Così se il vice cancelliere Robert Habeck ha rivendicato più soldi per un polizia meglio attrezzata contro il terrorismo e una legge più dura sulle armi e i coltelli, l'opposizione guidata da Friedrich Merz è insorta: stop alla concessione dell'asilo per siriani e afghani. "La colpa non è del coltello", titola Faz, "è la politica sui rifugiati a dover cambiare". Toni forti, ma non è detto che basti per strappare i voti a Bjoern Hoecke.
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