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Il Congresso spagnolo chiederà al governo di riconoscere Gonzalez come presidente

Il Congresso spagnolo chiederà al governo di riconoscere Gonzalez come presidente

Probabile 'sì' a un'iniziativa simbolica promossa dai popolari

MADRID, 10 settembre 2024, 17:06

Redazione ANSA

ANSACheck
Edmundo Gonzalez Urrutia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Edmundo Gonzalez Urrutia - RIPRODUZIONE RISERVATA

     Il Congresso spagnolo dovrebbe approvare un'iniziativa presentata dal Partito Popolare per chiedere al governo di riconoscere la vittoria del candidato Edmundo González Urrutia alle elezioni presidenziali in Venezuela dello scorso 28 luglio: è quanto si evince, sottolineano i media iberici, dalle posizioni espresse a riguardo dai capogruppo parlamentari delle diverse formazioni.

    In particolare, risulterebbe decisiva la posizione del Partito Nazionalista Basco, il cui capogruppo Aitor Esteban ha appena anticipato il "sì" alla proposta da parte dei suoi cinque deputati. "Ci vogliamo situare in una posizione di contrapposizione a Maduro", ha detto.

    Lo stesso Esteban ha però precisato che si tratterà di una "risoluzione politica che però non ha effetti giuridici concreti", in quanto l'eventuale riconoscimento ufficiale della vittoria di González, che nel frattempo si è rifugiato proprio in Spagna come richiedente asilo, corrisponde al governo.

    In aggiunta, il portavoce del Pnv ha detto di "comprendere" che Madrid preferisca evitare un riconoscimento espresso a González a causa della delicatezza della situazione dal punto di vista diplomatico, ma ha anche riconosciuto che "l'opposizione democratica venezuelana chiede questo riconoscimento".

    L'iniziativa, scrive l'agenzia Efe, dovrebbe essere approvata con i sì di Partito Popolare, Vox, Upn, Coalición Canaria e Pnv (quest'ultimo di solito partner esterno del governo guidato dal socialista Pedro Sánchez). Secondo El País, la proposta sarà discussa oggi pomeriggio e votata domani. 
   

Il governo: 'L'obiettivo dell'iniziativa è quello di dividerci'

    A proposito di questa iniziativa presentata dal Partito Popolare si è pronunciata la portavoce ufficiale del governo, la ministra Pilar Alegría.

    "Questa proposta ha un obiettivo chiaro, che è quello di dividere", ha dichiarato in conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri, "in quanto si scosta dalla posizione di tutti i Paesi europei".

   In tal senso, l'esponente governativa ha aggiunto che il governo spagnolo intende appunto mantenere "una posizione unanime insieme agli altri Paesi dell'Unione Europea", con la richiesta di "massima trasparenza" sul processo elettorale svoltosi in Venezuela per conoscerne i reali risultati.

L'ex presidente colombiano Pastrana chiede che Sanchez riconosca Gonzales Urrutia

   L'ex presidente colombiano Andrés Pastrana, al governo dal 1998 al 2002, ha chiesto al premier spagnolo Pedro Sánchez di riconoscere come presidente eletto del Venezuela l'oppositore venezuelano, Edmundo González Urrutia, nel frattempo giunto a Madrid per ottenere asilo.

   "È tempo che il tuo governo lo riconosca come presidente eletto del Venezuela. Arriva nel tuo Paese come ospite, e non come esiliato politico, per avanzare senza indugio nella transizione pacifica e democratica", ha scritto sui social l'ex leader colombiano conservatore.

    "Non puoi essere complice del colpo di Stato di Maduro, nonché dei suoi crimini contro l'umanità e il terrorismo di Stato", ha aggiunto Pastrana, molto vicino a formazioni politiche come il Partito popolare e all'ex presidente spagnolo centrista, José María Aznar.

   La settimana scorsa, Pastrana ha presentato davanti alla Corte penale internazionale dell'Aja una lettera firmata da 31 ex presidenti dell'America Latina e della Spagna in cui si chiede l'arresto per crimini contro l'umanità del 'chavista' Maduro, la cui rielezione alle presidenziali del 28 luglio è contestata da molti Paesi per il sospetto di brogli.

Il presidente dell'Uruguay: 'Non abbassiamo la voce contro la dittatura'

    "Il trascorrere del tempo non deve fare abbassare l'intensità della nostra voce di fronte ad  una dittatura (quella venezuelana) che insiste nel calpestare tutto, a cominciare dal diritto internazionale più elementare", ha dichiarato oggi il presidente dell'Uruguay, Luis Lacalle Pou, riferendosi alla decisione del governo di Nicolás Maduro di revocare al Brasile il permesso di presidiare l'ambasciata
argentina a Caracas.

   Il Venezuela l'altroieri aveva annunciato con un comunicato di essere obbligato a farlo per non meglio precisate "prove disponibili inerenti l'uso delle strutture di quella missione diplomatica (dell'Argentina) per la pianificazione di attività terroristiche e tentativi di omicidio" contro Maduro e la vicepresidente, Delcy Rodríguez.

   Per l'Uruguay, invece, la decisione di Caracas rappresenta l'ennesima "violazione delle norme internazionali e del diritto d'asilo dei cittadini venezuelani nelle strutture della rappresentanza diplomatica argentina, ai quali è già stato negato un lasciapassare sicuro e che sono vittime di un assedio permanente da parte delle forze di sicurezza del regime", si legge in un comunicato del governo dell'Uruguay, rilanciato oggi dal presidente Lacalle Pou sul suo account di X (ex Twitter).

Il monito della Cpi a Maduro: 'Rispetti lo Stato di diritto'

    La Procura della Corte Penale Internazionale (Cpi) ha assicurato che "non ritarderà i suoi sforzi per arrivare alle responsabilità" in Venezuela, dove il governo è indagato dal novembre 2021 per crimini contro l'umanità commessi dall'anno 2014, sottolineando come il governo di Nicolás Maduro deve rispettare lo Stato di diritto.

   "È chiaro fin dall'inizio di questo lavoro che non ritarderà i suoi sforzi per ottenere la responsabilità riguardo alla situazione in Venezuela, sia attraverso proprie indagini sia attraverso sforzi genuini e reali" nel paese sudamericano, ha dichiarato in una nota l'Ufficio del Procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan.

    Senza citare direttamente il candidato dell'opposizione, Edmundo González Urrutia, da ieri in esilio in Spagna, la Corte ha detto di aver insistito "sul fatto che tutte le persone devono essere protette contro le violazioni che possono costituire crimini secondo lo
Statuto di Roma", il testo fondante della Corte Penale Internazionale.

    La dichiarazione arriva dopo la polemica generata da una recente pubblicazione del Washington Post che ha riferito di possibili
conflitti di interesse del procuratore Khan, visto che sua cognata si era unita al team legale del governo di Maduro che aveva fatto un ricorso, tra l'altro respinto, davanti alla stessa Cpi per interrompere le indagini sul Venezuela. 

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