Cadono le prime teste al Ministero
della Giustizia in seguito alla fuga di cinque detenuti che
sabato mattina, coadiuvati da complici esterni, sono evasi dal
carcere di Vale de Judeus (circa 70 km a nord di Lisbona). Rui
Gonçalves e Pedro Santos, rispettivamente direttore e
vicedirettore del Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria, sono stati rimossi oggi dall'incarico.
La notizia, anticipata in parte dalla televisione pubblica, è
stata poco fa confermata, in conferenza stampa, dalla ministra
Rita Alarcão Júdice, a sua volta bersaglio di molte critiche per
non essersi ancora espressa, fino al pomeriggio di oggi, in
merito alla vicenda. La ministra ha annunciato indagini e
diverse ispezioni in tutti i penitenziari portoghesi, per
ristabilire la fiducia nella sicurezza carceraria. "Non esiterò
ad avviare qualsiasi procedimento disciplinare o penale che si
riveli necessario", ha aggiunto.
I cinque fuggiaschi sono considerati molto pericolosi e la
loro fuga, in pieno giorno, scavalcando i muri di cinta
semplicemente con corda e scala, ha rivelato gravi falle nel
sistema di vigilanza e aperto un acceso dibattito sulle carceri
in Portogallo. I sindacati degli agenti di custodia chiedono un
aumento del personale di servizio, mentre molti analisti fanno
notare che il rapporto numerico tra agenti e detenuti (1/3
secondo l'ultimo studio del Consiglio d'Europa, del 2023) è in
linea con la media europea, ma le carceri portoghesi sarebbero
sovraffollate.
Secondo Vítor Ilharco, segretario generale dell'Apar
(Associazione portoghese per il sostegno ai detenuti),
interpellato oggi dal Diário de Notícias, ci sono ancora troppi
reati, come quelli stradali, che in Portogallo sono puniti con
la detenzione piuttosto che con ammende o con l'affidamento in
prova ai servizi sociali.
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