E' sceso da un autobus alla stazione centrale di Beersheva, nel sud di Israele, e ha aperto il fuoco sulla folla uccidendo una giovane 19enne e ferendo almeno altre 10 persone. Un cittadino israeliano di origini beduine voleva compiere l'ennesimo massacro, alla vigilia dell'anniversario del 7 ottobre, e solo l'intervento di alcuni soldati che lo hanno ucciso mentre tutt'attorno si scatenava il caos ha impedito che l'attacco avesse un bilancio più sanguinoso. Come a Jaffa, il primo ottobre, dove i morti sono stati sette: tra loro, si apprende oggi, c'era anche un cittadino italiano, Victor Green, di 33 anni.
La conferma è arrivata dall'ambasciata italiana a Tel Aviv dopo gli accertamenti con l'Interpol e la polizia israeliana. L'unità di crisi della Farnesina ha informato i familiari più stretti della vittima in Italia. Green, di origini milanesi, viveva in un rifugio di senzatetto.
A Beersheva, i dipendenti di un McDonald's nella stazione dei bus si sono barricati nella cella frigo per scampare ai colpi dell'attentatore: "Abbiamo sentito degli spari, poi abbiamo visto il terrorista con un fucile mentre i vetri andavano in frantumi. Ci siamo chiusi nel freezer e abbiamo barricato l'entrata", ha raccontato il manager. Tra i feriti più gravi Shira Haya Suslik, un sottufficiale della guardia di frontiera, che è morta poco dopo per le ferite riportate.
Avrebbe compiuto 20 anni a novembre. Ieri, ignara del tragico destino che l'attendeva, aveva pubblicato alcune sue foto in uniforme, mentre era in servizio, con il commento "la vita va avanti". Altri dieci i feriti, due sarebbero in gravi condizioni. Hamas ha celebrato l'attacco definendolo "un'operazione eroica per proteggere la nostra gente contro l'arroganza degli occupanti che hanno avviato una guerra di sterminio".
L'attentatore, Ahmad Said Suliman al-Ukabi, era un 29enne con cittadinanza israeliana di origini beduine e sarebbe imparentato - ha riferito la tv pubblica Kan - con Muhanad al-Uqbi, sostenitore dell'Isis e protagonista di un attacco con coltello e con un'auto che costò la vita a 4 israeliani nel lontano 2015 sempre a Beersheva. Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha fatto appello al premier Benyamin Netanyahu per la "deportazione dei terroristi e dei loro familiari". "Ci sono molti beduini fedeli allo Stato, ma altri no. Con loro dovremmo agire fermamente", ha detto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA