Il governo del Venezuela ha
ritirato il passaporto di almeno 40 tra giornalisti e attivisti
per i diritti umani nel periodo successivo alle contestate
elezioni presidenziali del 28 luglio, in cui le autorità di
Caracas hanno decretato - senza pubblicare le prove - la
rielezione di Nicolas Maduro. Lo riferisce il condirettore
dell'Ong Peace Laboratory Rafael Uzcátegui al quotidiano
britannico Financial Times, evidenziando che la pratica fa parte
dell'intensificazione della campagna di repressione contro gli
oppositori del governo Maduro.
"A differenza dell'omicidio o della tortura, che hanno un
costo politico più alto, il governo ha scoperto che ritirare i
passaporti è un modo efficace per neutralizzare e mettere a
tacere le voci critiche con il minimo sforzo", ha riferito
Uzcátegui secondo cui il numero di persone private dei documenti
potrebbe essere molto più alto considerato il timore dei
venezuelani nel denunciare i casi che potrebbero scatenare
ulteriori punizioni.
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