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Il cardinale Zuppi atteso a Mosca, missione per il rilascio di bimbi e prigionieri

Il cardinale Zuppi atteso a Mosca, missione per il rilascio di bimbi e prigionieri

Nuova visita dell'inviato papale per l'Ucraina. Incontra Lavrov

MOSCA, 14 ottobre 2024, 18:14

Fausto Gasparroni

ANSACheck
Zuppi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Zuppi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il cardinale Matteo Zuppi è da oggi nuovamente in missione a Mosca, come inviato speciale di papa Francesco per la pace con l'Ucraina. E l'obiettivo della visita, che si prefigge innanzitutto scopi umanitari, è ancora sviluppare canali per il rimpatrio di bimbi ucraini deportati in Russia e lo scambio di prigionieri tra le due parti. Il primo incontro dell'arcivescovo di Bologna e presidente Cei nella capitale russa è stato subito ad alto livello: il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, con il quale ha discusso "la cooperazione nella sfera umanitaria nel contesto del conflitto in Ucraina" e altre questioni sulla scena internazionale, ha reso noto nel primo pomeriggio il ministero degli Esteri russo. Mosca ha voluto anche sottolineare "lo sviluppo costruttivo del dialogo tra Russia e Vaticano".
Confermando le prime notizie sulla partenza di Zuppi per Mosca, il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha dichiarato che "Il cardinale Matteo Zuppi ha iniziato oggi una nuova visita a Mosca, nel quadro della missione affidatagli da Papa Francesco l'anno scorso, per incontrare le Autorità e valutare ulteriori sforzi per favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace".


Il mandato del cardinale, che aveva già compiuto una missione a Mosca nel giugno 2023, resta sul piano della "diplomazia umanitaria", tanto cara a papa Francesco, con al centro la questione molto sentita in Ucraina delle migliaia di bimbi deportati dai territori occupati per essere affidati a famiglie e "russificati", oltre a quello dello scambio di militari prigionieri e di persone detenute. Ma con la speranza non recondita che tutto questo serva anche ad allentare le tensioni fra i due Paesi in guerra e a favorire l'apertura di percorsi di negoziato e di pace.
Delle questioni al centro della missione di Zuppi si era parlato anche venerdì scorso durante l'incontro in Vaticano di papa Francesco col presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "La questione di riportare a casa la nostra gente dalla prigionia è stata il fulcro del mio incontro con Papa Francesco. Contiamo sull'assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini che sono stati fatti prigionieri dalla Russia", aveva commentato quest'ultimo.


"Per tutti noi in Ucraina, la questione delle persone catturate e deportate rimane incredibilmente dolorosa. Si tratta di adulti e bambini, molti civili che ora sono tenuti in prigioni e campi in Russia", spiegava Zelensky, citando il caso della giornalista ucraina Viktoria Roshchyna "morta durante la prigionia russa", mentre "molti altri giornalisti, personaggi pubblici, capi comunità dei territori occupati e persone comuni che sono stati catturati durante l'occupazione russa rimangono prigionieri russi". Anche col cardinale segretario di Stato, Zelensky ha detto di aver discusso venerdì discusso "dell'attuazione della Formula di Pace, con particolare attenzione al punto riguardante il ritorno dei bambini deportati e il rilascio di ostaggi civili e prigionieri di guerra".
"Fare questo lavoro, spingere per gli scambi, è molto difficile - ha detto il presidente ucraino -, ed è per questo che abbiamo bisogno di un'assistenza speciale, compresi gli sforzi del Vaticano. Abbiamo concordato che l'Ucraina fornirà un elenco dei giornalisti che sono attualmente tenuti prigionieri in Russia".
Nella sua precedente visita a Mosca il 28 e 29 giugno 2023, seconda tappa della sua missione dopo quella a Kiev, e prima dei viaggi nei mesi successivi a Washington e Pechino, il card.
Zuppi aveva avuto un incontro col patriarca Kirill. Quindi due incontri istituzionali separati, prima con Yuri Ushakov, assistente del presidente Vladimir Putin per gli affari di politica estera, e poi con Maria Lvova-Belova, commissario per i diritti del bambino. 

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