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Chi era Theo van Gogh: ucciso 20 anni fa, con un film fece infuriare l'Islam

Chi era Theo van Gogh: ucciso 20 anni fa, con un film fece infuriare l'Islam

Pronipote del pittore, a sparargli fu un giovane di 26 anni

02 novembre 2024, 10:47

Redazione ANSA

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Il regista Theo van Gogh, foto MARCEL HEMELRIJK - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regista Theo van Gogh, foto MARCEL HEMELRIJK - RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima pugnalato e poi raggiunto da diversi colpi di pistola mentre andava in bicicletta nel centro di Amsterdam: così il 2 novembre 2004 venne assassinato, Theo van Gogh, controverso regista olandese che con un cortometraggio aveva denunciato le violenze sulle donne dell'Islam integralista.

Pronipote del pittore Vincent van Gogh (e amava vantarsene) regista ma anche giornalista e scrittore, 47 anni, van Gogh venne ucciso da un giovane di 26 anni, di nazionalità marocchina e olandese, fermato poco dopo dalla polizia.

L'omicida, che dopo l'arresto non avrebbe dato spiegazioni precise sul movente, ha lasciato vicino al corpo anche un biglietto. Secondo le autorità olandesi è chiara la premeditazione.

 Abbandonati gli studi di diritto, Theo van Gogh si dedicò alla regia, al giornalismo e alla letteratura. Una ventina i film girati (anche in gara a Cannes), tra cui ''0605'', dedicato al leader populista olandese Pim Fortuyn assassinato il 6 maggio 2002, e ''Submission'', il cortometraggio in cui puntava l'attenzione sulla violenza nei confronti delle donne nell'Islam.

Figura controcorrente, Theo van Gogh era diventato il fustigatore dell'Islam più conservatore tanto da ridicolizzare il profeta Maometto negli editoriali che apparivano su numerosi quotidiani, senza risparmiare niente alla società multiculturale olandese colpevole, a suo avviso, di essere a tal punto liberale da difendere una cultura ''aggressiva e retrograda''.

Questa la linea seguita anche nel suo cortometraggio, andato in onda in agosto sulla televisione olandese, in cui, grazie alla scenografia della parlamentare somala Ayaan Hirsi Ali, il regista mostra tutta la violenza che in alcuni casi il mondo islamico può scatenare contro le donne.

L'inizio è, come nello stile dell'artista, fuori dalla norma: una donna velata in abiti scuri prega inginocchiata su un tappeto, ma più la macchina da presa si avvicina e più si evidenzia la sua nudità dietro le trasparenze.

''Dio dice che gli uomini sono i difensori delle donne e per questo li ha resi più forti - dice la donna seminascosta dal velo -. Io sento la forza del pugno di mio marito sulla faccia almeno una volta la settimana''. Pochi fotogrammi, ma sufficienti per mettere in allarme anche la polizia che aveva adottato una serie di misure di protezione, regolarmente evase da Theo van Gogh che se ne vantava con gli amici. 

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