Matt Gaetz getta la spugna travolto dagli scandali. L'ex deputato si ritira dalla corsa a ministro della Giustizia nonostante il sostegno di Donald Trump. L'annuncio a sorpresa è stato affidato a X e, secondo indiscrezioni, ha preceduto nuove scottanti rivelazioni sul suo conto.
Lo staff dell'ex anchor di Fox infatti era stato avvertito dalla Cnn dell'imminente pubblicazione di ulteriori dettagli riguardanti lo scandalo sessuale che da settimane lo coinvolge e, in particolare, di un secondo rapporto sessuale con una minorenne. Messo all'angolo l'ex deputato ha quindi deciso il passo indietro: "E' chiaro che la mia conferma sta diventando una distrazione per il lavoro della transizione Trump-Vance. Non c'è tempo da perdere per una battaglia prolungata a Washington ed è per questo che ritiro il mio nome dalla corsa a ministro della Giustizia", ha scritto su X. Il presidente-eletto lo ha ringraziato per gli "sforzi" nel cercare di conquistare la conferma in Senato, un'impresa apparsa da subito proibitiva ma di fronte alla quale Trump non aveva mollato, ribadendo in più occasioni il suo sostegno al "100%" per l'alleato.
Per i senatori repubblicani il ritiro è un sospiro di sollievo che evita una dura battaglia alla camera alta e con Trump. Se dietro le quinte infatti i conservatori erano contrari a Gaetz, in pubblico i loro toni erano più morbidi e aperti per non inimicarsi il presidente-eletto. "Penso sia stata" una scelta "appropriata", ha commentato a caldo il leader dei repubblicani in Senato Mitch McConnell, consapevole che il ritiro allenta la pressione sul partito e sul Congresso, già spaccato sulla pubblicazione del rapporto della commissione etica della camera su Gaetz. Un documento che, secondo indiscrezioni, ha raccolto le testimonianze della minorenne che ha avuto sesso in due occasioni con l'ex deputato, coinvolto anche in orge e accusato di uso di stupefacenti. I suoi multipli rapporti a pagamento con varie donne sono stati dimostrati dall'Fbi che, riporta il New York Times, ha tracciato lo spostamento di migliaia di dollari.
Prima di annunciare pubblicamente la sua decisione, Gaetz ha messo a conoscenza delle sue mosse il transition team del presidente-eletto, aprendo una nuova grana oltre a quella della nomina del segretario al Tesoro. Trump non avrebbe al momento nessuno da nominare come ministro della Giustizia, il dicastero che ritiene più importante in tutta l'amministrazione. La nuova nomina da effettuare va così a complicare il lavoro per la composizione della squadra di governo e quello per la difesa delle scelte effettuate. Nel mirino delle critiche non è finito infatti solo Gaetz ma anche Tulsi Gabbard e Pete Hegseth.
L'ex democratica nominata all'intelligence è stata duramente attaccata da Nikki Haley, che l'ha accusata di essere una "simpatizzante della Russia" e di altri paesi ostili agli Stati Uniti. Difficile anche la posizione di Hegseth, nominato alla guida del Pentagono e accusato di aggressione sessuale. La polizia ha diffuso il rapporto sull'incidente avvenuto nel 2017, dal quale sono emersi i ripetuti "no" della vittima ad avere rapporti con Hegseth e l'opposizione dell'ex anchor di Fox a lasciarla andare via dalla sua stanza d'albergo bloccando la porta. In Congresso con il vicepresidente eletto JD Vance, Hegseth si è difeso ribadendo che sul caso ci sono state indagini ma nessuna accusa è stata mossa nei suoi confronti. Una difesa poco convincente secondo alcuni senatori, pronti comunque a dargli una chance dopo il ritiro di Gaetz.
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